La chiesa di S. Stefano a Taino si eleva al centro di un vasto piazzale, aperto a ovest verso una veduta amplissima del lago Maggiore e delle Alpi, centrata dal profilo della rocca di Angera e, di là dal braccio di lago, di quanto rimane del fortilizio gemello che sorgeva sopra Arona, dove nacque san Carlo Borromeo.
L’edificio è frutto di una ricostruzione integrale avviata nel 1873 a discapito di una chiesa medievale, e forse di ancora più antica origine.
Oggi appare come un tempio neogotico a tre navate con due cappelle affrontate e coro poligonale.
Le volte a ogiva sono rette da pilastri polistili.
La visita dell’interno può cominciare nella navata destra, dove si conserva una lapide paleocristiana (V-VI sec.) che ricorda la breve vita di un fanciullo, “servo di Cristo”, morto in giovane età.
E’ la prova della precoce evangelizzazione delle terre del basso Verbano.
L’altare maggiore, in marmi policromi, opera di fine bottega viggiutese ancora anonima, l’altare della Madonna del Rosario e il paliotto in scagliola policroma che l’adorna rappresentano l’eredità artistica maggiore della chiesa precedente.
Una bella lapide, nella cappella di S. Giuseppe, ricorda il parroco don Antonio Cominetti, che fermamente volle il nuovo tempio.
Sulla parete meridionale della navata laterale è stato ricollocato un mosaico della ditta Antonio Salviati di Venezia che, dal 1883, ornava la lunetta sopra la porta d’ingresso centrale.
Il campanile, sul fianco meridionale, sorveglia il luogo di culto di Taino da quasi un millennio.
XI – L’origine del luogo è di rilevante antichità. Lo provano una lapide paleocristiana di scavo, recuperata durante lavori sul sagrato della chiesa e oggi conservata all’interno del tempio, e il mosaico territoriale delle pievi del basso Verbano, con formazione fissata dagli studi attorno a poco dopo la metà del primo millennio. La fase più arcaica della chiesa di Taino oggi individuabile è testimoniata dal bel campanile, datato per via di raffronti al XI sec. La chiesa collegata è scomparsa senza lasciare traccia, se non l’accenno documentale contenuto nel repertorio noto come ‘Liber Notitiae Sanctorum Mediolani’, compilato nei primi anni del XIV sec.: “in loco Tain ecclesia sancti Stephani”.
1873 – La chiesa medievale di Taino fu demolita (salvo il muro settentrionale della navata) nell’autunno 1873, quando si diede mano a un progetto redatto sin dal 1871 (prima variante) dall’ing. Achille Cavallini di Milano. Il piano, grandioso, poté essere attuato grazie alla generosità della contessa Maria Serbelloni, vedova Crivelli, che donò il terreno necessario all’ampliamento. Il tempio sorse in aderenza e a nord di quello antico, di cui rispettò, fortunatamente, la torre campanaria. Il 23 settembre 1873 fu posta la prima pietra. Il 27 agosto 1874 la fabbrica era compiuta. Il 24 novembre successivo, come scrisse il parroco, “colla massima solennità e con l’intervento di numerosissimo clero fu […] aperta e benedetta […] la nuova chiesa”.
1876 – Nel volgere degli anni successivi la chiesa fu completata nell’assetto rimasto fino ai nostri giorni. Nel 1876 fu creata e benedetta la cappella di S. Giuseppe. Nel 1879 furono completati gli ornati e le pitture a spese del parroco. Nel 1880 Eugenio Biroldi posò l’organo, offerto dalla ricordata Maria Serbelloni. Nel 1883, la ditta Antonio Salviati di Venezia collocò un mosaico raffigurante il santo titolare sopra la lunetta della porta centrale, in facciata, pure generosamente offerto dalla contessa Serbelloni. Nel 1889 la confraternita del Santissimo si spese per il coro ligneo e, per concorso di popolo, furono donati pulpito e presbiterio. Il 16 settembre 1892 il tempio, definitivamente ultimato, poteva essere consacrato.
1956 – Nel dicembre 1956 il parroco don Brivio promosse un comitato pro-restauro chiesa presieduto da ing. Dino Montesi, il quale fece posare la copertura in pietra serizzo delle colonne a vista della facciata, curò il rifacimento integrale dell’intonaco e promosse alcuni interventi sul campanile.
1973 – Nel 1973 fu intrapresa un’ulteriore campagna di restauro sotto la direzione di un professionista locale, ma con la supervisione dell’architetto Enrico Villa di Milano. L’interno fu ripensato radicalmente, alleggerendo le decorazioni neogotiche originali, sostituite con una tinteggiatura bicromatica – rosso mattone e bianco saggia – scelta per porre in risalto il disegno di pilastri e volte. Nell’occasione fu adeguata una prima volta anche l’area presbiteriale: la balaustra del XVIII sec., che proveniva dall’antica chiesa, fu spostata attorno ad una scultura di santo Stefano acquistata allo scopo, mentre una nuova mensa eucaristica trovò posto al centro del presbiterio.
1992 – Nel 1992 il parroco, don Gianni De Bernardi, diede mano una seconda volta all’adeguamento dell’area presbiteriale. Dopo aver restaurato presbiterio e coro ligneo, decise di rinnovare nuovamente l’altare e l’ambone, realizzati in marmo di Candoglia.
2007 – Nel 2007 la parrocchia di Taino presentò un progetto di restauro delle facciate esterne della chiesa. Le opere furono autorizzate nel 2008 e si svolsero a partire da quell’anno.