La chiesa di Sant’Antonio a Cadrezzate sorge sul lato settentrionale della strada di collegamento tra il lago di Monate e il lago Maggiore (Ispra), a presidio dell’incrocio con alcune strade che s’insinuano nei campi. Da qui la dedicazione principale del luogo di culto a sant’Antonio, secondo una tradizione viva in aree rurali e particolarmente diffusa nel Varesotto. L’edificio si sviluppa su una pianta rettangolare suddivisa, all’interno, da un tramezzo posto a separare l’area del celebrante (con piccolo altare) e lo spazio per i fedeli. Il tetto è a due falde (coperte con coppi antichi) e determina, in facciata, un andamento a capanna. Numerose le iscrizioni. Quella sul timpano di facciata riporta la doppia dedicazione (condivisa con i santi Magi) e la data di riapertura al culto dopo alcuni anni di restauro, il 6 gennaio 1927.
XIX – La chiesetta sorse come semplice cappella aperta al transito dei viandanti lungo la strada di collegamento tra Cadrezzate e il lago Maggiore (Ispra). Forma e dimensione di questo edificio, forse ottocentesco, non sono note. L’unica menzione della sua esistenza, infatti, proviene dai documenti concernenti la ricostruzione integrale, ideata dal parroco sin da prima della I Guerra Mondiale e poi differita al 1926-27.
1926 – Nel Liber Chronicus (1898-1935) del parroco Agostino Speroni si rintracciano notizie dettagliate circa la ricostruzione del piccolo edificio: “Sin dal mio ingresso in parrocchia – scrisse – aveva notato uno sconcio […] intollerabile: una cappelletta cioè, detta dei Ss. Magi, […] completamente abbandonata. Da tempo io ne maturava la riedificazione: il sopravvenire della guerra Europea fé sospendere ogni progetto all’uopo”. Grazie all’iniziativa di una parrocchiana e alle offerte raccolte il progetto poté essere attuato solo nel 1926. “Fu così – continuava il parroco – che […] in poco tempo la cappelletta sorse. […] Tutta la costruzione è in cemento, compreso il tetto e l’altare. Nelle fondamenta di quest’ultimo, al centro, è stata collocata una cassettina racchiudente una scatola con monete italiane del tempo e una bottiglia in cui è stata inclusa una pergamena, dipinta dalla Sig.na Gina Quajni” con iscrizione dedicatoria e la dedicazione a sant’Antonio e i santi Magi.
1997 – Nel 1994 il Parroco don Giuliano Lonati decideva di intraprendere restauro. Fu abbattuto l’albero, sorto a fianco della cappella, i cui rami avevano rovinato la copertura, causando infiltrazioni d’acqua che avevano intaccato alcune parti dei graffiti e quasi cancellato l’immagine del timpano. Nel contempo, il comune assumeva l’incarico di far restaurare i graffiti interni. Furono ripristinati gli intonaci, gli altari e il pavimento. Donatori e prestatori di mano d’opera a titolo gratuito per la piccola impresa sono ricordati da alcune targhe interne che riconducono a una fase di cantiere estesa tra 1997 e 1999.
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