Chiesa di Sant’Antonio Abate (Oriano Ticino, Sesto Calende)

Diocesi di Milano - chiesa parrocchiale - Lombardia

Sesto Calende - P.zza Bobbio - VA - 21018

0331/924647

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XII – La chiesa di Sant’Antonio a Oriano è documentata nel primo elenco di luoghi di culto diocesani redatto agli esordi del XIV sec. e conosciuto come “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani”: “in Orliano […] sancti Antoni abati”. L’edificio, tuttavia, è forse più antico; indizi in tal senso provengono nell’inclusione di “Orglano” nelle circoscrizioni ecclesiastiche menzionate in un “falso” precetto (presunto precetto di Liutprando), noto proprio tramite una copia di accertata età medievale (XII sec.).
XVI – Seppure menzionata come precoce sede di rettoria (“Notitia Cleri Mediolanensis”, 1398) sotto il titolo di S. Antonio, l’edificio compare, dal 1567, anno della prima visita pastorale, sotto l’intitolazione di S. Martino; di contro, l’antica invocazione sembra fosse stata trasferita da tempo a un luogo di culto subordinato, presente nella parte inferiore dell’abitato e, col tempo, sconsacrato e alienato. Il S. Martino “in Oriani superioris” fu sottoposto a qualche opera di adattamento nel corso del XVI sec., come provano le visite pastorali dell’epoca. Sopravvisse, tuttavia, la cappella maggiore medievale che, nel 1579, era ancora in forma di nicchia a emiciclo. In virtù di imminenti prerogative parrocchiali, la chiesa, nel 1569, era già stata dotata di battistero.
XVII – Nel 1615, il card. Federico Borromeo constatò che i lavori di ricostruzione della chiesa proseguivano alacremente. Nel 1618 le opere erano concluse tanto che i parrocchiani poterono inoltrare agli uffici curiali la richiesta di poter celebrar messa nella chiesa condotta termine. La relazione si concluse positivamente: il nuovo edificio sacro risultava costruito elegantemente e secondo le norme. Nel carteggio, l’intitolazione a S. Martino, in vigore per qualche decennio, era già stata nuovamente sostituita con quella a S. Antonio.
1652 – Il parroco Ferrante Candiano, in carica dal 1652, si prese carico delle opere ancora mancanti al completamento dell’edificio sacro. Questo fu definitivamente concluso l’anno seguente quando (almeno secondo le notizie riportate nel Chronicon dal medesimo parroco) il card. Alfonso Litta autorizzava il cambio ufficiale di dedicazione, da S. Martino a Sant’Antonio.
2002 – Nel 2002 furono autorizzati ed eseguiti lavori di adeguamento degli impianti, con l’introduzione di un sistema di riscaldamento.

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