La chiesa parrocchiale di Oriano Ticino, dedicata a S. Antonio abate, sorge su un piccolo terrapieno alberato, sopraelevato rispetto al reticolo stradale dell’abitato.
Frutto di una fase costruttiva conclusa nel 1618 (ancorché definitivamente completata nel 1652), presenta ancora ben leggibile l’impronta di un disegno progettuale, purtroppo di mano anonima, che fu in grado di mediare tra esigenze di decoro, generosità d’impianto e le limitate risorse economiche di una società locale a base prevalentemente rurale.
La facciata è a capanna e prelude all’unica navata interna. Il semplice prospetto è arricchito da un finestrone ‘termale’ tripartito la cui apertura centrale è posta in rilievo grazie a un sapiente gioco di cornici classiche in rilievo.
Al di sotto, si apre il portale trilitico con ali spezzate, sopra il fregio, poste a inquadrare una riserva circolare nell’intonaco, destinata a un’immagine affrescata oggi quasi evanescente.
L’ampio rettangolo dell’aula fedeli si presenta come un unico ambiente senza scansioni sulle murature, coperto con una sequenza di volte a vela ‘unghiate’ non sorrette da archi trasversali.
Davanti all’arco trionfale, a tutto sesto, si aprono due cappelle laterali piuttosto ridotte in elevazione.
Sono dedicate alla B.V. del rosario (a sinistra) e al Sacro Cuore (a destra).
In corrispondenza del presbiterio, l’ambiente si restringe in una campata quadrata coperta con volta a vela, pure ‘unghiata’.
L’abside è in curva e termina con una semi-cupola a spicchi impostata sul catino e raccordata al vertice all’altezza della volta del presbiterio.
Il complesso è corredato di campanile e completato con ambienti accessori tra cui, forse, a destra della facciata, un allungato oratorio di confraternita (quella del SS. Sacramento fu fondata nel 1828) che offre il suo ingresso a lato di quello principale.
Il battistero è ospitato in una cappella ricavata nella parete sinistra della prima campata.
Il campanile si eleva sul fianco settentrionale.
La chiesa è orientata.
XII – La chiesa di Sant’Antonio a Oriano è documentata nel primo elenco di luoghi di culto diocesani redatto agli esordi del XIV sec. e conosciuto come “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani”: “in Orliano […] sancti Antoni abati”. L’edificio, tuttavia, è forse più antico; indizi in tal senso provengono nell’inclusione di “Orglano” nelle circoscrizioni ecclesiastiche menzionate in un “falso” precetto (presunto precetto di Liutprando), noto proprio tramite una copia di accertata età medievale (XII sec.).
XVI – Seppure menzionata come precoce sede di rettoria (“Notitia Cleri Mediolanensis”, 1398) sotto il titolo di S. Antonio, l’edificio compare, dal 1567, anno della prima visita pastorale, sotto l’intitolazione di S. Martino; di contro, l’antica invocazione sembra fosse stata trasferita da tempo a un luogo di culto subordinato, presente nella parte inferiore dell’abitato e, col tempo, sconsacrato e alienato. Il S. Martino “in Oriani superioris” fu sottoposto a qualche opera di adattamento nel corso del XVI sec., come provano le visite pastorali dell’epoca. Sopravvisse, tuttavia, la cappella maggiore medievale che, nel 1579, era ancora in forma di nicchia a emiciclo. In virtù di imminenti prerogative parrocchiali, la chiesa, nel 1569, era già stata dotata di battistero.
XVII – Nel 1615, il card. Federico Borromeo constatò che i lavori di ricostruzione della chiesa proseguivano alacremente. Nel 1618 le opere erano concluse tanto che i parrocchiani poterono inoltrare agli uffici curiali la richiesta di poter celebrar messa nella chiesa condotta termine. La relazione si concluse positivamente: il nuovo edificio sacro risultava costruito elegantemente e secondo le norme. Nel carteggio, l’intitolazione a S. Martino, in vigore per qualche decennio, era già stata nuovamente sostituita con quella a S. Antonio.
1652 – Il parroco Ferrante Candiano, in carica dal 1652, si prese carico delle opere ancora mancanti al completamento dell’edificio sacro. Questo fu definitivamente concluso l’anno seguente quando (almeno secondo le notizie riportate nel Chronicon dal medesimo parroco) il card. Alfonso Litta autorizzava il cambio ufficiale di dedicazione, da S. Martino a Sant’Antonio.
2002 – Nel 2002 furono autorizzati ed eseguiti lavori di adeguamento degli impianti, con l’introduzione di un sistema di riscaldamento.