L’impianto della chiesa è ad aula unica, orientata ad est, con addossati la sagrestia, alcuni locali di servizio e la canonica sul lato nord-est. Il campanile si trova isolato sul lato nord del sagrato, staccato dalla chiesa parrocchiale. L’edificio è impostato su un basamento rialzato dal sagrato, che ne determina la possenza e lo slancio dell’intero manufatto. L’esterno si presenta grezzo con mattoni a vista su tutti i fronti, privo dell’intonaco finale, con la presenza di alcune lastre di pietra che si presume siano state recuperate dalla demolizione delle chiese preesistenti. La facciata, si presenta scandita da due registri: il primo, è caratterizzato da un basamento, quattro lesene semicircolari ed un grande portale centrale, tutti realizzati in pietra bianca, chiuso da un cornicione aggettante intonacato; il secondo riprende le quattro lesene del registro inferiore, ma squadrate e in muratura a vista, con al centro una grande apertura. La parte sommitale è chiusa da un timpano sfalsato e aggettante, con al centro un apertura ovale.
L’aula, coperta con volte a vela le quali non presentano decorazioni, ed è scandita da coppie di lesene, fino al presbiterio, nel quale si innesta la copertura semisferica dell’abside. Alla quota d’imposta del primo registro si trova un cornicione molto pronunciato che caratterizza tutto lo spazio interno, tipico elemento decorativo de XVIII secolo.
Le decorazioni dell’aula, con colori smorzati accentuano la presenta delle lesene, non presentano affreschi. Nelle nicchie laterali, sono presenti quattro altari in cui, nel primo a sinistra, si trova anche il fonte battesimale, risalente a epoche precedenti rispetto all’impianto attuale della chiesa, e tre altari coevi alla realizzazione della chiesa.
XI – Una prima bonifica del territorio venne condotta dal priorato cluniacense di Ognato grazie alla donazione di appezzamenti di terreno da parte del canonico Ottone Sala al monastero di Ponti da nel 1087. Tale priorato con i monaci benedettini che mandò in queste terre, si presume possa aver intitolato l’antica pieve a Santa Maria Maddalena.
XIV – Fu pieve rurale molto più vasta, fino al sec. XIV, dell’attuale territorio comunale di Brandico. I suoi confini comprendevano anche il territorio delle attuali parrocchie e comuni di Longhena, Frontignano, Bargnano, Meano e Corzano. Faceva parte del sistema del pievato della bassa bresciana con quelle finitime di Azzano (Pievedizio), Lograto, Trenzano, Corticelle e Dello.
1592 – Nel 1592 la vecchia pieve si presentava con diverse criticità, per cui vennero approntati dei lavori di demolizione e ricostruzione che durarono alcuni anni,fino al 1594, tanto che nelle visite pastorali di fine XVI secolo si chiede di ultimare con la costruzione della parrocchiale.
1826 – La chiesa fu completamente restaurata agli inizi dell’800 per intervento dell’Arciprete Carlo Francesco Marini e consacrata nel 1826 dal vescovo mons. Nava.
1926 – Nel 1926 la chiesa venne arricchita, dall’arciprete Stefano Codenotti, di nuovi altari, del pavimento e di un gruppo statuario raffigurante il Crocifisso, la Madonna, la Maria Maddalena e S. Giovanni
XXI – Nei primi anni ’90, viene approntato tutto l’apparato decorativo interno, e vengono introdotte tinte più calde rispetto a quelle preesistenti bianche o lasciate a scialbo.