Chiesa di San Francesco (Oriano Ticino, Sesto Calende)

Diocesi di Milano - chiesa sussidiaria - Lombardia

Sesto Calende - Loc.Oneda - VA - 21018

0331/924647

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

1482 – Le vicende legate alla costruzione del piccolo oratorio nell’abitato di Oneda, presso Oriano Ticino, sono riassunte in una lapide interna. Vi si trova traccia della primitiva fondazione a opera di “Donatus Gattus”, nel 1482, in memoria del padre, e dell’ampliamento eseguito dopo la metà del XVIII sec. La chiesa quattrocentesca, ad aula unica, terminava in una piccola abside semicircolare che, nel 1579, mostrava ancora un ricco apparato di affreschi: una Crocifissione con san Giovanni e la Madonna e, sulla volta, Dio Padre affiancato da S. Bernardo e S. Rocco. Lo schema ripeteva, semplificandolo, quello di poco precedente affrescato nell’abside dell’abbazia di S. Donato e si rifaceva in qualche modo al coevo impianto iconografico documentato in S. Fede a Lentate.
1755 – Nel 1755 gli abitanti di Oneda presentarono in curia il progetto di ampliamento dell’oratorio. Il piano, che prevedeva la demolizione dell’abside, la ricostruzione di un presbiterio quadrato e la creazione di una sagrestia, fu approvato e completato nel 1757, come ricorda la seconda parte dell’iscrizione interna alla chiesa. In quel tempo, l’edificio sacro era ancora di giuspatronato privato e soggetto, spiritualmente, alla parrocchia di Mercallo. Soltanto nel 1898 la frazione fu ricongiunta ai destini di Oriano.
1970 – In data imprecisata, ma nell’arco di un ventennio, tra il 1970 circa e il 1990, furono completati importanti lavori di ampliamento, come si deduce dall’analisi del fabbricato. In particolare, per ricavare una maggiore superficie da destinare ai fedeli, fu aggregato, a sinistra dell’aula della chiesa originaria, un ambiente terreno, recuperandolo dai vani del fabbricato civile annesso e collegandolo alla chiesa originaria con un’apertura ricavata nella prima campata. Si colse l’occasione anche per adeguare liturgicamente lo spazio; infatti, in capo al nuovo ambiente, fu collocata una mensa d’altare per le celebrazioni. In conseguenza, fu radicalmente riconfigurato l’assetto funzionale della chiesa vecchia: la prima campata vicino all’ingresso fu destinata a ulteriore spazio per panche e sedute; nell’antica cappella maggiore, invece, rimase disponibile una nicchia ricavata nel muro, destinata al ricovero di un simulacro della Madonna del rosario.

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