La chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano sorge al margine del raccolto abitato di Barzola (frazione di Angera) e risalta sui campi e sui vigneti circostanti. L’edificio è antico, come prova il campanile risalente alla metà del XI sec. La chiesa, invece, è recente, anche se conserva, nelle ultime due campate terminali (presbiterio), l’assetto del primitivo tempio, almeno nella conformazione documentata nel XVI sec., caratterizzato da volte impostate a solo quattro metri di altezza. La navata giustapposta a questo presbiterio, invece, è frutto di una ricostruzione settecentesca, assai ariosa: pianta rettangolare scandita in tre campate coperte con volte a volta ‘unghiate’. La facciata è moderna, ma evoca i caratteri romanici dell’attiguo campanile. Questo manufatto rappresenta l’elemento di maggiore interesse del complesso. Alta e slanciata, la torre presenta intatto il “raffinato cromatismo nelle ghiere, in cotto e pietra alternati, delle monofore che si dilatano ritmicamente verso l’alto per concludersi con la bifora terminale racchiusa in archetti di linea cigliata” (A. Finocchi). E’ forse originale anche la copertura piramidale.
XI – La ragguardevole antichità dell’edificio sacro di Barzola (frazione di Angera) è testimoniata dal campaniletto, unico manufatto sopravvissuto alle numerose trasformazioni della chiesa. Ancorché intonacato, infatti, il campanile mostra alcune finestre con profilo ‘a fungo’, caratteristica che ne ha consentito di stabilire un parallelo con alcune torri del Varesotto, databili alla metà del XI sec. e derivate dal modello di S. Pietro a Gemonio. Questa primitiva chiesa sarebbe citata “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani” (il primo e più completo repertorio dei luoghi di culto ambrosiani compilato nei primi anni del XIV sec.) se è lecito associarvi quella dedicata a san Quirico in “Barzora”, riportata nell’elenco senza indicazione della pieve di appartenenza.
XVI – La piccola chiesa rimase invariata nei secoli. Nel 1565 se ne costatava il cattivo stato di conservazione e, per la prima volta, si prendeva atto della nuova intitolazione. Entro il 1579 l’edificio fu sottoposto a qualche intervento di adeguamento e restauro: fu costruito un nuovo altare, fu sistemato il pavimento, fu posato un soffitto ligneo ed era stato da poco creato un portichetto in facciata di cui, in quell’anno, si stava terminando il tetto. La chiesa era ancora quella medievale, come dimostrerebbero le ridotte dimensioni rilevate: lunga 7, larga 4 e alta solo 4 metri. L’abside era semicircolare. Non è chiaro se il ciclo con ‘Gesù Cristo e gli apostoli’ che vi era dipinto fosse l’esito della modesta opera di trasformazione allora in corso o se fosse retaggio di più antichi interventi.
XVI – Agli esordi del XVII sec. fu costruita una sagrestia sul fianco meridionale, sino allora mancante.
1740 – La chiesa antica dovrebbe corrispondere alle ultime due campate, ancora oggi distinte dalla navata soprattutto per la ridotta elevazione in altezza (come pare fosse l’edificio sacro antico, almeno secondo i rilievi cinquecenteschi). L’aula fedeli, dunque, è frutto di un progetto di ampliamento che, tuttavia, è poco documentato. Nel 1749, durante la visita del card. Pozzobonelli, gli abitanti di Barzola testimoniarono che la chiesa era “stata migliorata dalla pietà degli abitanti del villaggio” nel 1740, alzandone i muri di tre metri, ampliandone un poco la sezione dell’invaso (un metro) e creando un altare a parete (evidentemente a discapito della precedente cappella semicircolare).
1940 – Nel 1935 il card. Ildefonso Schuster visitò la frazione di Barzola. Trovò la chiesa in cattive condizioni. Vi si celebrava raramente. Il recupero dell’edificio sacro fu lungo e interessò la comunità per quasi due decenni. Il primo intervento fu la nuova sacrestia (a destra del presbiterio) progettata dall’ing. Rino Ferrini di Angera, reduce dalla soluzione fornita per la facciata (sino ad allora incompleta) della chiesa della Madonna della Riva. Contemporaneamente fu creato un ambiente a sinistra dell’altare per aumentare la superficie da destinare ai fedeli.
1963 – Nel 1963 si diede mano alla costruzione di una facciata, terminata l’anno successivo e arricchita di un portichetto coperto con tetto a due falde. In quell’occasione furono completate una serie di opere secondarie, tra cui il restauro dell’oculo centrale della facciata e, forse, l’introduzione di archeggiature di sapore neoromanico sulle pareti laterali.