la parrocchiale di Vedeseta presenta l’abside rivolto a sud. Il sagrato è asfaltato e sui lati viene utilizzato come parcheggio. La facciata incompiuta nella parte superiore è ad ordine unico, con alto basamento e quattro paraste in pietra di Berbenno e settori intonacati. Il settore centrale ospita il portale d’ingresso sormontato da un bassorilievo e una finestra rettangolare. L’interno è a pianta ellittica con copertura a cupola. Nella controfacciata si trova l’organo con cantoria. L’aula è scandita da lesene con capitelli corinzi, poggianti su una zoccolatura in verde serpentino. Sulla sinistra si trovano il battistero, un confessionale, l’ingresso laterale, la cappella dedicata a Sant’Antonio abate, che possiede anche l’affresco incorniciato raffigurante S. Sebastiano, e la porta d’ingresso per il campanile. Sulla destra si trova un confessionale, l’ingresso laterale e la cappella della Madonna del Rosario. I Misteri del Rosario nella cappella omonima sono di Antonio Morali di S. Giovanni Bianco. Sempre sulla destra si trova la porta che dà accesso alla sagrestia che è sormontata da pulpito. Il presbiterio è rialzato di due gradini protetto da balaustrata in marmo. Il presbiterio è a pianta rettangolare e si conclude con il coro coperto da catino
1566 – in origine fungeva da parrocchiale di Vedeseta la chiesa di San Bartolomeo apostolo. Il 19 ottobre il titolo di parrocchiale passò alla nuova chiesa di Sant’Antonio abate, in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo Carlo Borromeo, come risultava da un atto rogato da Giovanni Pietro Scotti, notaio della curia arcivescovile di Milano
1585 – costruzione del campanile con pietre quadrate e martellate. Aveva il tetto a piramide coperto di rame
1751 – come eredità del parroco don Giovanni Piero Locatelli Pasinetto viene collocato sul campanile un orologio all’italiana, che contava le ventiquattro ore all’Ave Maria della sera
1754 – Vedeseta passa dal vicariato della Val Taleggio a quello di Primaluna
1794 – posa della prima pietra della nuova chiesa nel mese di giugno
1803 – la nuova chiesa viene aperta al culto con la benedizione del proposto di Primaluna don Carlo Crippa, pur non ancora finita
1809 – sostituzione del tetto in rame del campanile con piode. Il rame tolto viene venduto per reperire i fondi necessari per il completamento della nuova chiesa
1810 – demolizione dell’antica chiesa
1825 – sostituzione delle tre campane con un concerto di cinque
1841 – costruzione della sagrestia con la scaletta interna per raggiungere il pulpito e delle due strutture degli altari laterali
1864 – posa in opera dello zoccolatura interna in verde serpentino
1869 – sostituzione dell’orologio sul campanile
1883 – imbiancatura delle pareti e della cupola della navata
1891 – collocazione dell’altare maggiore in scagliola, le balaustre ad opera della ditta Paleni e le pavimentazioni in mattonelle a disegni geometrici del presbiterio e della sagrestia
1896 – il 22 giugno l’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari consacra la nuova chiesa con l’antico titolo di S. Antonio abate. Prescrive che il pavimento dell’intera chiesa in mattoni sia sostituito con mattonelle
1899 – rifacimento delle pavimentazioni interne
1904 – visita pastorale del cardinale Andrea Carlo Ferrari in data 14 luglio, durante la quale viene prescritto l’acquisto di una nuova statua delle Beata Vergine del Rosario scolpita, in ossequio alle nuove norme che vietano di utilizzare statue vestite
1912 – costruzione del nuovo campanile previa demolizione di quello costruito nel 1585
1977 – collocazione degli stalli del coro con i dodici Apostoli e i santi Ambrogio e Carlo, provenienti dalla chiesa di San Bartolomeo