1815 – La chiesetta era dedicata a San Giuseppe, sorta nel 1875 quando la lecchese Angiola Riva si impegnava a realizzare nella zona, una casa per ragazze orfane o in difficoltà. Quando la struttura di accoglienza si trasferì, all’inizio del Novecento, in Via Aspromonte, subentrò un’iniziativa analoga rivolta ai giovani, con l’impegno di mons. Salvatore Dell’Oro, nativo di Malgrate.
In quel periodo venne costruito il campaniletto, tuttora visibile. La sede dell’orfanotrofio maschile sotto il campaniletto ebbe spazi requisiti durante la guerra 1915/’18 per alloggiare un reparto del Genio Militare, pronto ad intervenire per minare la strada costiera lariana nelle vicinanze di Abbadia, nel caso di uno sfondamento austriaco in alta Valtellina. L’orfanotrofio, allargando la sua attività nel 1918, si trasferì oltre il Caldone, occupando un’area ben più vasta, presso una Casa Guanelliana.
1960 – L’ex chiesetta di San Giuseppe ha rischiato di scomparire all’inizio degli anni Sessanta del Novecento, quando venne modernizzato l’interno della Ferriera del Caleotto, avviata nel 1896. Si deve al rag. Angelo Zappa, cassiere del Caleotto, la segnalazione al direttore generale della Ferriera, dott. Luigi Candiani, milanese, del valore storico dell’edificio anche se da chiesa era divenuto un polveroso e disordinato magazzino di deposito.
1968 – Le tre campanelle presenti sul campaniletto del Caleotto sono state spostare sulla torre del Santuario della Vittoria, dove sono rimaste sino al 4 Novembre 1968, quando è stato inaugurato il campanone della Vittoria e della Pace.
1999 – In occasione della costruzione del centro Meridiana, progetto dell’architetto Renzo Piano, fu consentita la ricostruzione e restauro della chiesetta con recupero conservativo del campaniletto, che è rimasto come nella primitiva struttura dell’opera di assistenza.

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