L’edificio, con orientamento est-ovest, si presenta oggi nelle forme attribuitegli dagli interventi degli ultimi due secoli.
La facciata a capanna presenta un unico portale sormontato da un’edicola con lunetta decorata a mosaico, raffigurante l’effigie della santa titolare.
Due finestre, oggi murate, dovevano aprirsi nella parte superiore del prospetto, abbellito alla sommità da un altro mosaico entro una cornice in pietra circolare e archetti pensili.
Sul fianco sinistro si eleva il campanile.
All’interno l’impianto è a navata unica con cappelle laterali e un profondo presbiterio in cui è ancora oggi collocato l’altare settecentesco.
La copertura interna è a cassettoni lignei.
Nella prima cappella laterale destra vicino al presbiterio è conservato un dipinto settecentesco raffigurante San Carlo Borromeo in preghiera.
XVI – Una chiesa di Sant’Agata a Caleppio è citata già nel Liber Notitiae di Goffredo da Bussero. L’edificio attuale fu costruito però qualche secolo dopo, tra il XVI e il XVII secolo, per poi essere ampliato e modificato nel corso dei secoli successivi. Dal resoconto della visita pastorale del 1602 si apprende come, a quella data, l’edificio fosse ritenuto “capace di popolo”. E’ probabile quindi che la costruzione fosse stata ingrandita e riadattata dopo il 1586, anno in cui l’arcivescovo Gaspare Visconti sancì l’autonomia della parrocchia di Sant’Agata da quella di Sant’Ambrogio di Settala.
1910 – Tra il 1910 e il 1911 la chiesa di Sant’Agata fu oggetto di una serie di interventi. Fu sostituito il pavimento e venne rinnovato il prospetto principale. In questa occasione furono murate le finestre in facciata e aperte quelle nelle pareti laterali.
Venne inoltre realizzata la decorazione interna ad opera del pittore Italo Martinenghi di Melegnano.
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