L’abbazia di Morimondo, fondata nel 1134, è un antico monastero cistercense sito a pochi chilometri da Milano, ai confini con il territorio pavese.
Nel periodo medievale l’abbazia non si limitava alla chiesa e al complesso monastico, ma comprendeva anche una serie di altre costruzioni funzionali alla comunità come la foresteria, il locale per l’accoglienza dei forestieri e dei pellegrini, il forno, il mulino, i lavatoi, le stalle, le scuderie, i locali per la lavorazione dei formaggi e del vino, le cantine, l’infirmarium per i monaci infermi e l’hospitium per il ricovero dei pellegrini.
L’imponente abbazia, inizialmente costruita in legno, si presenta come un grandioso ed elegante edificio in mattoni d’argilla prodotti dalla fornace che proprio i monaci costruirono per l’edificazione in muratura del monastero.
In una zona in cui non c’erano cave di pietra, l’uso dell’argilla s’imponeva sia per la facilità di reperimento e di lavorazione, sia per la consonanza alla scelta di povertà dell’Ordine.
L’accesso all’Abbazia di Morimondo, caratterizzata da una edificazione su un piccolo poggio e uno sviluppo su quattro piani, non è molto agevole per le persone con disabilità motorie.
L’ingresso principale alla chiesa presenta numerosi gradini, ma passando dall’ingresso del lato nord si trova una rampa di accesso utilizzabile con le carrozzelle.
La piazza è pavimentata con acciottolato sul quale sono presenti due strisce lastricate.
L’area nella quale sorge l’abbazia è in zona a traffico limitato, ma con diritto d’accesso alla piazza la domenica mattina per la partecipazione alla santa messa.
Il Monastero di Morimondo, nome che significa “morire al mondo” cioè “vivere da risorti”, venne fondato nel 1134 a Coronate, località ancora esistente a circa un chilometro dall’abbazia, dai monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimond in Francia.
In poco tempo il monastero acquistò importanza e accolse numerose vocazioni provenienti da tutte le classi sociali.
Purtroppo la laboriosità e la pax monastica furono disturbate dagli eventi bellici del tempo. L’abbazia, infatti, era stata fondata al confine tra Pavia e Milano, città che continuamente si contendevano il dominio politico e militare con saccheggi e sconfinamenti al di qua e al di là del Ticino. La costruzione della chiesa abbaziale infatti poté iniziare solo nel 1182.
Nel 1237 i lavori furono interrotti da un terribile saccheggio a opera delle truppe pavesi, che devastarono il cenobio e uccisero molti monaci. Il monastero contava 50 monaci coristi (monaci sacerdoti che lavoravano nello scriptorium) e 200 conversi (fratelli laici dediti alla gestione delle attività produttive del monastero e ai rapporti con l’esterno). Da allora la comunità non si rialzò più e il termine dei lavori dell’abbazia si ebbe solo nel 1296.
Il tredicesimo secolo, col sorgere dei nuovi ordini mendicanti, portò a Morimondo, come in tutto l’ordine dei Cistercensi, un calo delle vocazioni monastiche.
Nel 1450 Morimondo divenne commenda e il suo primo abate commendatario fu il cardinale Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano; ma provvidenzialmente Morimondo ebbe la sua rinascita spirituale grazie al figlio di Lorenzo il Magnifico, il cardinale Giovanni de’ Medici che si adoperò a inviare sei monaci cistercensi provenienti dall’abbazia di Settimo Fiorentino per riportare la regolarità della vita monastica.
Nel 1564 San Carlo Borromeo, per aiutare economicamente l’Ospedale Maggiore di Milano, spogliò l’abbazia di Morimondo dei propri terreni; contemporaneamente la eresse a parrocchia, dandole il titolo di Santa Maria Nascente.
Nel Settecento vennero edificati i palazzi che s’innalzano sopra i lati ovest e nord del chiostro.
Agli inizi del 1798, a seguito della rivoluzione francese, fu decretata la soppressione di tutti gli ordini monastici e quindi anche della comunità cistercense di Morimondo. Il monastero, venduto all’asta il 28 settembre 1805, venne frazionato in unità immobiliari destinate alla popolazione rurale.
Nella storia dell’abbazia di Morimondo Angelo Comolli ebbe il merito, nel 1917, di acquistare il chiostro e gli ambienti circostanti unificandone la proprietà, di provvedere personalmente a importanti interventi manutentivi per evitare il totale degrado e di adattare a suo studio molti degli ambienti fino ad allora male utilizzati, salvandoli da uno stato di totale abbandono.
Nel 1941 l’arcivescovo di Milano, il beato cardinale Ildefonso Schuster, in visita pastorale all’abbazia, constatatone lo stato di abbandono, volle riportare nel cenobio la vita religiosa. Con la costituzione della Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo, nel 1993 si assistette a un rilancio di Morimondo con la valorizzazione del patrimonio spirituale e culturale dell’abbazia e del monachesimo di Cîteaux in generale.
Il 18 novembre 2021 ha segnato, in ordine di tempo, un nuovo e significativo passaggio con ricadute positive per la gestione del complesso monastico; in tale data, infatti, dopo oltre duecento anni, il Comune di Morimondo, su iniziativa del sindaco Marco Marelli e della sua amministrazione, ha ottenuto dall’Agenzia del Demanio il trasferimento di proprietà all’amministrazione comunale di tutti i beni – chiesa abbaziale, sala capitolare, lato nord del chiostro e ambienti soprastanti – che erano stati incamerati dallo Stato a seguito dell’attuazione delle soppressioni napoleoniche, ufficializzate per i beni di Morimondo con atto notarile del 9 luglio 1805.
Dopo secoli, tutto il complesso monastico ritrova così la sua unità originaria e torna ad appartenere alla comunità di Morimondo.
Cosa vedere
Scopri le opere presenti presso Abbazia di Morimondo -Chiesa di Santa Maria Nascente (Morimondo)