La chiesa di S. Maria del Sasso sorge quasi alla sommità del colle che sovrasta Ternate. Era ultimata nel 1540 quando vi si insediarono sporadicamente i frati di S. Ambrogio ad Nemus, quindi, con maggior stabilità, i Carmelitani della congregazione di Mantova, che subentrarono ai primi nella gestione del convento di S. Caterina del Sasso sul lago Maggiore da cui il piccolo cenobio ternatese dipendeva sin dalle origini. L’insediamento monastico sul colle, tenacemente voluto dalla comunità locale, completava un quadro di “sacralità” assai complesso e che aveva visto sorgere, nei monti tra Comabbio, Ternate e Travedona, dapprima una basilica dedicata al Santo Sepolcro, poi divenuta a sua volta sede cenobitica, sul colle omonimo tra Ternate e Travedona, quindi le chiesette di S. Biagio e S. Apollinare; inoltre, “a Travedona, ai Monti, venne edificata una chiesetta dedicata alla Beata Vergine Addolorata, presso una torre e una fontana (Tamborini, Ribolzi 2001). Il perimetro di un piccolo monastero, che pure fu costruito nei pressi di S. Maria del Sasso a Ternate, non è individuabile; la chiesetta, come appare oggi, è frutto di un momento costruttivo unitario da assegnare alla metà del XVII sec., o poco dopo, probabilmente in concomitanza con l’insediamento dei Carmelitani mantovani. Lo schema è semplice: aula unica rettangolare, scandita in due campate e coperta con volte a vela ‘unghiate’, e presbiterio rettangolare. Unico indizio che consente una datazione più precisa (e, quindi, concomitante con le fonti) è costituito da una finestra a serliana che, seppure trasformata e in parte tamponata, si individua solo in controfacciata. Il prospetto principale è altrettanto semplice, con una sola porta, e una sola, grande monofora centrale, ricavata, come detto, da una precedente serliana. Il severo intonaco grigio è arricchito unicamente da un cornicione in laterizio, forse retaggio delle prima fasi edilizie della chiesa (XVI sec.). Sulla falda a valle si eleva un piccolo campanile a vela. L’orientamento della chiesa presenta un leggero spostamento verso nord, forse imposto dalla posizione del complesso sul fianco della collina.La chiesa di S. Maria del Sasso sorge quasi alla sommità del colle che sovrasta Ternate. Era ultimata nel 1540 quando vi si insediarono, forse sporadicamente, i frati di S. Ambrogio ad Nemus, quindi, con maggior stabilità, i Carmelitani dell’ordine di Mantova, che subentrarono ai primi nella gestione del convento di S. Caterina del Sasso da cui il piccolo cenobio ternatese dipendeva sin dalle origini.
XVI – Il 22 aprile 1540 gli uomini di Ternate furono “convocati et congregati in platea dicti loci de Trinate” per assegnare la chiesa, da loro edificata e popolarmente denominata Santa Maria de Saxo, a “Mauris de Vulpi, frater professor in mon.io S.te Catherine de Saxo Balaro [il noto monastero di S. Caterina del Sasso, a picco sulle acque del lago Maggiore] ordinis Sanctij Ambrosii ad Nemus”. Questi si impegnavano in cambio a stabilire almeno due religiosi a Ternate, a costruire un piccolo monastero, annesso alla chiesetta oggetto di convenzione, e a celebrarvi le messe e i divini uffici. In tal modo, a metà del XVI sec., gli abitanti di Ternate avviavano un’esperienza monastica che teneva viva una secolare tradizione, in quei tempi definitivamente tramontata, ma che aveva visto per lungo tempo prosperare l’insediamento dei monaci di S. Ambrogio di Milano nella chiesa del Santo Sepolcro, d’antica fondazione e posta poco fuori dall’abitato.
XVII – Il progetto di un nuovo cenobio a Ternate era destinato a fallire in parte. Alcuni documenti, tra 1572 e 1573, ricordarono che, dopo anni di abbandono, due frati erano tornati nella chiesa; questi, però, predicavano senza il permesso del locale curato. Nel 1748, gli atti delle visite pastorali radunarono altre, preziose notizie sulla chiesa. Tra queste, la presenza dei padri Carmelitani della congregazione di Mantova che, subentrando fra 1650 e 1750 circa nella gestione del monastero di S. Caterina del Sasso, erano rientrati per qualche tempo a Ternate. Secondo i patti del 1540, avevano usufruito del conventino annesso, opera per la quale la comunità ternatese si era impegnata a suo tempo a devolvere 40 pertiche di terreno; anche questi, tuttavia, avevano poi lasciato la sede ternatese in unità con il progressivo abbandono del monastero di S. Caterina. A questa congregazione, comunque, va assegnato l’assetto attuale dell’edificio, frutto di un cantiere del pieno XVII sec.
1980 – Nel decennio compreso tra il 1980 e il 1990 furono avviate alcune opere di risanamento conservativo degli intonaci interni ed esterni; nell’occasione fu sistemata la nicchia con la statua della Madonna sull’altare maggiore e fu riconfigurata l’area presbiteriale con la posa di un nuovo pavimento.