La chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata si attiene al modello originario della veronese San’Anastasia, con l’introduzione di elementi fortemente innovativi e tali da fare di questo edificio un importante esempio della fase di transizione tra il Gotico e Rinascimento. Presenta ancora oggi un elevato grado di leggibilità delle sue antiche strutture. È stata realizzata a tre navate, con crociere poggianti su dodici colonne cilindriche di pietra grigia, proveniente dalle vicine cave del Seasso, con zoccolature a base ottagonale, completate da capitelli a foglie grosse e con abaco di forma ottagonale. Le navate laterali terminano con due piccole cappelle e abside poligonale fiancheggianti il coro, a sua volta coperto da una cupola emisferica a sedici costoloni. Le cinque volte di copertura della navata centrale, gettate a croce e cordonate da nervature, sono impostate su pianta quadrata. Gli archi traversi a sesto acuto sono impostati su paraste nascenti dai capitelli delle colonne. Le volte delle navate minori hanno lo stesso sviluppo delle maggiori, ma su pianta rettangolare. La semplice facciata, in cotto non rivestito, presenta un frontone triangolare ed è scandita da quattro contrafforti che riflettono l’articolazione interna dell’edificio. Sul lato nord si erge il campanile, frutto di sopraelevazioni successive.
XI – La parte inferiore del campanile è stata realizzata in tre fasi, rispettivamente nell’XI, XII, fine XIV – inizio XVI sec.
XV – Notizie documentarie e alcuni dati di scavo, secondo la campagna effettuata all’esterno della chiesa in concomitanza con i lavori di restauro eseguiti tra il 1989 e il 1995, testimoniano che la nuova costruzione è sorta sul luogo dell’antica pieve orientata longitudinalmente lungo l’asse lago-monte. Notizie riguardanti queste preesistenze si ricavano dalla Bolla di Martino V, datata il 1° febbraio 1418, con la quale il pontefice, di passaggio da Mantova, incarica l’abate benedettino del monastero di Sant’Eufemia fuori le mura di Brescia di controllare la veridicità di quanto asserito dagli abitanti di Salò, cioè se la vecchia pieve fosse ormai fatiscente.
XV – Il 7 ottobre 1453 venne collocata la prima pietra del Duomo di Salò, sull’angolo della facciata verso il lago. Una lapide, murata successivamente, ricorda l’evento: “Anno domini 1453 die 7 Octobris primis lapis huius ecclesie positus fuit in opere”. Il progettista e costruttore della fabbrica fu l’architetto Filippo delle Vacche, da Caravaggio, al tempo in cui era provveditore per la Repubblica Veneta Leonardo Calbo e arciprete di Salò Giacomo da Pavia.
XVI – Alla parte inferiore del campanile si sovrappone la struttura aggiunta dopo la costruzione del Duomo, nel 1555, sormontata da un elegante capolino ottagonale.
XVI – Nel XVI sec. furono aggiunte delle cappelle laterali, come disposto da San Carlo Borromeo che, in attuazione dei decreti tridentini, emise disposizioni precise, anche di carattere architettonico, per l’adeguamento liturgico – funzionale della chiesa. I lavori durarono tra il 1581 al 1600. Con deliberazione del 3 gennaio 1581, il Comune decise di ridurre in forma più moderna l’abside e la tribuna. Venne chiamato, nel contempo, il pittore bresciano Tommaso Sandrini per eseguire le ornamentazioni a fresco. In questo periodo fu aperta inoltre l’ampia cappella del Santissimo Sacramento, in fondo alla navata di destra. Essa venne affrescata a opera di Giambattista Troti, detto il Malosso. Nello stesso anno, Jacopo Palma il Giovane accettò l’incarico per il rifacimento del coro. Coinvolse il pittore Antonio Vassilacchi da Milo, detto l’Aliense, e stese un primo progetto che fu eseguito parzialmente.
XX – Verso la fine del XX sec. sono stati eseguiti lavori di consolidamento strutturale e restauro della chiesa e del campanile.
XXI – In seguito ai danni provocati dal sisma avvenuto il 24/11/2004, il bene è stato incluso nell’elenco dell’Ordinanza n. 36 del 21 marzo 2005 per l’erogazione di contributi per il recupero migliorativo degli edifici danneggiati (allegato “Edifici ecclesiastici PRIORITARI”). Nel 2007 sono stati eseguiti lavori per il consolidamento strutturale, miglioramento sismico e restauro dell’immobile. Successivamente è stata dichiarata la conformità degli stessi.