La parrocchiale di S. Margherita sorge su una modesta altura al margine orientale dell’abitato di Cadrezzate, a dominio del panorama del lago di Montate che si estende alle spalle del complesso.
Frutto di una ricostruzione seicentesca e di ampliamenti discontinui nel tempo, si presenta come una chiesa a tre navate.
Solo quella centrale, tuttavia, corrisponde al nucleo originario dell’edificio sacro: è scandita in tre campate da archi trasversi a pieno centro; ogni campata è coperta da una volta a vela ‘unghiata’ e centrata da un cartiglio mistilineo che contiene una raffigurazione sacra dipinta.
Le lesene piatte ai lati della navata, con capitello dorico, reggono un alto fregio il cui cornicione è percorso da ininterrotte modanature decorative a ovuli e a dentelli.
Il cornicione ripiega sull’arco trionfale, per sottolinearne l’andamento a tutto sesto.
La cornice a ovuli si ripete sull’echino dei capitelli delle lesene, segno della continuità temporale e di maestranze del cantiere avviato nel 1671.
Il coro è composto di un presbiterio, a pianta sostanzialmente quadrata, al quale fu aggiunta un’abside in curva durante non documentati interventi otto-novecenteschi.
La navata destra, aggiunta probabilmente durante quegli interventi, è suddivisa in tre campate e coperta da volte a vela; una quarta campata corrisponde al presbiterio e viene usata come cappella laterale, ma senza altare.
La navata sinistra (forse già esistente) fu completamente riconfigurata durante lavori del 1975-77; si presenta come un’aula unica con copertura a vele in cemento, disposte longitudinalmente rispetto al corpo della chiesa e con andamento complessivamente discendente verso l’esterno.
L’inserimento ‘moderno’, seppure discusso all’epoca, non ha modificato il rapporto con la navata principale che, come per la navatella più antica di destra, presenta ancora inalterato il ritmo dettato dai pilastri rettangolari.
L’altare maggiore, settecentesco, conserva una statua della Madonna della cintura, già documentata in un altare laterale durante il XVIII sec.
Nella terza campata della navatella destra è stato ricollocato un altro altare settecentesco, forse conservando l’originaria dedicazione a san Giuseppe pure attestata alla metà di quel secolo.
Sotto il profilo architettonico, l’elemento di maggiore interesse è rappresentato dallo slanciato campanile; ricostruito durante i lavori avviati nel 1671, rappresenta un prototipo seicentesco di disegno sicuro, modello (o evoluzione) per una serie di torri campanarie nei dintorni, fra Travedona, Biandronno e Mercallo.
Per la chiara impostazione a campiture lisce e riquadrate da cornici semplici, l’assetto complessivo della torre è ancora tardo rinascimentale, con mediazione rappresentata dagli esemplari seicenteschi con torrino sommitale ottagonale diffusi capillarmente sul Verbano; alla sommità, attorno al torrino ottagonale, si assiepano, invece, elementi decorativi che, con la slanciata cuspide, sembrano preludere all’artificiosa terminazione del campanile della vicina Ispra, completato pochi anni dopo, nel 1680.