La facciata, di gusto neoclassico, ha come riferimento un unico asse centrale, corrispondente all’apertura del portale e alla soprastante finestra, ai lati del quale vengono simmetricamente aggiunti due assi minori, corrispondenti alle lesene. La linearità verticale della composizione è spezzata da un doppio aggetto orizzontale che prelude al corpo di coronamento sommitale ed alla trabeazione finale, delimitata da una pronunciata cornice.
L’interno dell’edifico è planimetricamente impostato su un’unica navata, sormontata da una volta a botte intervallata da archi e da elementi unghiati e interrotta da una volta a vela che accenna un abbozzo di transetto e prelude all’area presbiteriale. Lungo le pareti perimetrali, la luce viene scomposta fra le lesene, gli sfondati delle cappelle laterali e l’articolato cornicione marcapiano che riprende il doppio abbinamento degli elementi già riscontrato sul fronte principale.
Nell’area presbiteriale gli elementi architettonici si fanno meno marcati, le superfici diventano lisce e poco articolate mentre acquistano importanza le decorazioni in monocromo, sapientemente calibrate sulle superfici a volta.
La struttura architettonica è realizzata con materiali appartenenti alla tradizione locale; le murature sono in mattoni, le malte e gli intonaci sono a base di calce, i pavimenti sono in cotto e, per quanto riguarda l’area presbiteriale, in mattonelle di cemento colorato. La copertura conserva la struttura portante originaria in legno mentre assito e lastra impermeabilizzante sono stati realizzati nel corso dei lavori oggetto del presente contributo. Il manto in coppi è stato realizzato riutilizzando i coppi precedentemente smontati, integrandoli, dove mancanti, con coppi antichi di recupero.
Difficile appare la datazione della torre campanaria le cui linee architettoniche riprendono le forme sobrie dell’impianto del fronte principale. Le masse murarie appaiono compatte, intervallate da semplici cornici disposte a riquadratura, e si alleggeriscono nella parte sommitale, con la monofora corrispondente alla cella campanaria, contornata da lesene perimetrali appena accennate, alla quale fa da coronamento la parte terminale della torre, costituita da un elemento cuspidato.
1036 – La realizzazione della chiesa ha origini molto antiche ed è fatta risalire agli storici cremonesi, quali il Robolotti, all’anno 1036, per volere della famiglia Guiscardi.
1217 – Il piccolo borgo è soggetto ai saccheggi di milizie alla conquista dei territori cremonesi. Nel 1217 un incendio conivolge anche la Chiesa che dovette essere ricostruita.
1638 – La relazione della visita pastorale del Vescovo Omobono Offredi data la ricostruzione dell’edificio al 1683 e fornisce una breve descrizione della Chiesa e dei suoi arredi.
1917 – Monsignor Giovanni Cazzani, nel verbale della sua visita del 1918, riporta una descrizione della chiesa sostanzialmente immutata da un punto di vista dimensionale e riporta una notizia di un restauro della facciata avvenuto nel 1917.
1958 – Nel 1958 vennero relizzati il restauro e la decorazione dell’abside e del presbiterio.
1962 – Nel 1962 vennero relizzati il restauro e la decorazione dell’unica navata della Chiesa.
1966 – In questo periodo si provvede al rifacimento degli intonaci dei prospetti della torre campanaria e alla realizzazione del nuovo castello delle campane a cinque battenti elettrici.