la chiesa presenta una semplice facciata intonacata prospettante su di un piccolo sagrato in selciato. Il semplice portale d’ingresso in pietra è affianzato da due finestre rettangolari anch’esse dotate di contorno in pietra e completate da inferiate di sicurezza. Posta i posizione centrale sopra l’ingresso principale una finestra di forma ovale e con strombatura in muratura verso l’interno, illumina la navata. La facciata si conclude con un coronamento curvilineo e con leggera sporgenza del cornicione sempre ad andamento curvo. Internamente la chiesa, con pianta rettangolare, si presenta a navata unica suddivisa in due campate da lesene addossate alle murature d’ambito. Il piccolo presbiterio, leggermente più stretto della navata, presenta pianta rettangolare e si conclude con il solito catino absidale.
1751 – nel settembre del 1751, Bortolo Rota di Valsecca mercante a Venezia, lascia 5000 ducati per erigere due piccole chiese, a sua memoria e a memoria di sua moglie Bianca Franchini. A sua memoria la chiese dovrà essere edificata presso la casa paterna nei Carevi Bassi di Valsecca (a memoria della moglie nel paese natale di lei).
1754 – il primo prete a celebrare la S. Messa in questa chiesa sarà “il curato di Sibella” il 14 ottobre 1754. Nel 1759 dovrà cedere la cappellania ad un prete della famiglia Rota, che avrà successori fino all’inizio del 1900. L’ultimo fu don Aquilino Rota.
XX – la chiesa venne sequestrata dal Regime Fascista,venduta ad un privato, che successivamente l’ha ridonata alla parrocchia
1983 – per vicende storiche ed incomprensioni, la piccola chiesa andrà gradualmente deteriorandosi, fino a rischiare di sparire se non fosse intervenuta la parrocchia di Valsecca che ne acquisisce la proprietà. Grazie quindi alla parrocchia e con l’aiuto di generosi fedeli viene rifatto il tetto in “piode” e curato il restauro completo dell’interno, restituendola così all’iniziale bellezza