L’imponente edificio, che domina la vallata del Mincio, ha la facciata in stile barocco di larghezza metri 22,20 e raggiunge il vertice del timpano ad un’altezza di metri 28. E’ suddivisa in tre piani che ascendono e si rastremano fino ad arrivare alla sommità con la statua dell’Arcangelo Michele, alta ben 2,60 metri e posta su un piedistallo. La rendono elegante pinnacoli e nicchie nelle quali sono collocatele statue dei santi. Il portale d’ingresso è composto da due imposte in legno di noce incorniciate da una cornice marmorea. L’interno si presenta a navata unica, lunga metri 47,50 e alta 23 in altezza, con tre altari su entrambi i lati. Si arriva così al presbiterio separato dall’aula liturgica da una balaustra marmorea composta da due ali. I materiali, le tecniche utilizzate e i fregi che la decorano ci suggeriscono che l’opera risalga alla seconda metà XVIII secolo, in concomitanza con il termine dei lavori dell’altare maggiore, iniziato nel 1732, trasportato nell’attuale chiesa nel 1779 ed ampliato nel 1791. Tutte le volte e alcune delle rispettive vele sono affrescate e alle pareti sono posti gli altari laterali e alle pareti appese le 14 tele che rappresentano le 14 stazioni della Via Crucis del pittore veronese Augusto Ugolini di inizi XIX secolo. Alla destra del presbiterio c’è la sagrestia.
Vi è un campanile a base quadrata, alto metri 43 e costruito attorno al 1750. E’ possibile accedervi grazie ad una porta presente in sagrestia con cornice in marmo rosso di Verona e caratterizzata da una modanatura che corre lungo tutto il suo sviluppo e con un cherubino con bende annodate in marmo bianco.
1743 – Il parroco di Monzambano, Don Gregorio Echeli, pone la prima pietra della chiesa su commissione del vescovo Giovanni Bragadino il 10 aprile 1743.
1763 – Anno in cui la costruzione dell’edificio sacro arriva alla copertura del tetto.
1777 – Tutte le opere murarie sono completate, come pure gran parte delle decorazioni interne.
1790 – Decorazione ad affresco della volta della navata con tre affreschi attribuiti ad Angelo da Campo rappresentanti le tre virtù teologali.
1791 – L’altare maggiore, costruito nel 1732 in altra sede e trasportato nell’attuale chiesa nel 1779, viene ampliato nel 1791 e vengono poste due statue in marmo di Carrara ai lati di centimetri 120 di altezza.
1842 – L’ampio sagrato è recintato su due lati da un muretto ricoperto da lastre di marmo, grazie ai lavori eseguiti dagli operai e dal capomastro Giovanni Tron, al tagliapietre Coltri Luigi di Giuseppe.
1846 – L’attuale cornice marmorea alla porta principale d’ingressa fu scolpita dal tagliapietre Piccinini mentre le due massicce imposte in legno dal falegname Stefanoni, il tutto su progetto dell’ingegnere Martinelli.
1923 – L’attuale bussola fu innalzata dai falegnami Barrai su progetto dell’arch. Faini.
1930 – Viene rifatto il pavimento in marmo della navata grazie a don Fravezzi.
1944 – Tutti i vetri furono rifatte a seguito di uno scoppio di un cantiere militare.
1954 – La porzione di navata sopra la bussola è decorata ad affresco con la condanna di San Bartolomeo da parte del pittore Francesco Ferlenga di Castiglione delle Stiviere.
1988 – Viene fatto un restauro conservativo della facciata eseguito da una ditta di Piubega.