La chiesa di S. Martino Vescovo a Ispra sorge nel centro del paese, affiancata dalla corona di verde dei parchi delle grandi ville (Brivio, a destra, e Ranci, a sinistra) che scendono lungo il fianco della collina verso la riva del lago Maggiore.
La chiesa, in realtà, è parte di un complesso che comprende l’antica parrocchiale (che si sviluppa alle spalle dell’abside) e il campanile, un’interessante costruzione tardo seicentesca (1680) dalla singolare cuspide la cui artificiosità fu già rimarcata dal card. Giuseppe Pozzobonelli, in visita nei luoghi alla metà del XVIII sec.
L’edificio sacro è frutto di una ricostruzione avviata nel 1712 e conclusa entro il 1749, anno della consacrazione.
La semplice facciata a capanna, con timpano spezzato retto da due lesene giganti angolari con capitello composito centrato da una conchiglia, prelude a un interno ampio, arioso e articolato.
L’aula unica, infatti, si apre con due cappelle affrontate per parte collocate nella campata che precede l’altare maggiore.
L’innesto delle due cappelle, elevate sino all’imposta della navata, è sottolineato da una cupola assai ribassata, sorretta da pennacchi ornati di stucchi decorativi.
La navata è suddivisa in tre campate asimmetriche; quelle centrali ospitano altre due cappelle laterali, minori delle precedenti; la campata d’ingresso, a sinistra, ospita il battistero; la campata intermedia, verso l’incontro con le due cappelle laterali, ospita, invece, due ingressi laterali e, sopra, due matronei. Il coro termina in curva.
Altrettanto vario il gioco delle coperture.
La navata è coperta da tre volte a vela ‘unghiate’; il falso transetto, come detto, da una cupola ribassata; il presbiterio da una volta a vela e il catino absidale è percorso da nervature che si raccordano alla sommità.
L’effetto è gradevolmente sottolineato dagli stucchi, che esaltano le nervature delle volte e inquadrano arabescati cartigli ornamentali, e dall’apparato decorativo e figurativo, completato entro il 1909.
Nel complesso, un “tipico tentativo del primo Settecento di tradurre in arte un vivo senso spaziale e una gradita leggerezza di forme che si contrappone al predominio della massa.
Ne consegue un aspetto festoso.
Dall’insieme decorativo si sente la passione per l’ornamento spinto all’eccesso nella ricerca di ritmi leggeri e di effetti pittorici, preziosi e aerei” (Marietti).
A sinistra della chiesa, in una raccolta piazzetta, un monumento ricorda la figura di padre Ignazio da Ispra (1880-1935), eroica figura di frate francescano che sacrificò la vita nelle attività missionarie in Brasile.