Prima di entrare, diamo uno sguardo alla facciata, ultimata nel 1921: la sua costruzione si era resa necessaria all’inizio di questo secolo, a seguito della trasformazione della Chiesa operata dal parroco don Antonio Valenti (l’altar maggiore fu collocato dove è ora e gli ingressi furono aperti verso la piazza: ne parleremo meglio più avanti).
L’aspetto attuale della facciata è però il risultato di un ulteriore intervento di abbellimento (un metro in più in altezza per migliorare le proporzioni dell’insieme, rifatti ex novo timpano, lesene, plinti e sagome in pietra viva di Valmasino, “in stile di classica semplicità”) avvenuto nel 1943 a cura del parroco don Luigi Monza, su progetto di Monsignor Antonio Polvara.
Delle tre porte, solo quelle di destra e di centro permettono di entrare in Chiesa.
Quella di sinistra immette nel locale antistante il campanile, luogo della sacristia fino alla fine del secolo scorso.
A destra della facciata, accanto alla stradina gradinata che scende al ponte sul Gerenzone, è situato un quarto ingresso dal quale, attraverso un corridoio, si arriva direttamente nella attuale sacristia.
Il portoncino di legno rivestito di borchie di ferro che chiude questo ingresso era il portale centrale della antica facciata, pure a tre porte, che si affacciava sul fiume.
Una sacrestia di grandi dimensioni è collocata a destra del presbiterio e si entra attraverso una piccola porta con soprastante statua in gesso raffigurante S. Giovanni Evangelista. In sacrestia troviamo un grande arredo in legno massello e radica, con confessionali ai lati.
Sono presenti altri arredi d’epoca e un lavello in marmo rosso, di recente fabbrica. Il pavimento della sacrestia è costituito da piastrelle di graniglia mentre il soffitto è piano in tinteggiato.