La chiesa di San Giovanni Battista è probabilmente di origine più antica dell’aspetto attuale, di inizio Seicento, come testimonia la visita pastorale di Carlo Borromeo nel 1580. Si pone sulla antica via principale del territorio, la Via Valeriana, di poco all’esterno dell’abitato storico di Vezza e presenta orientamento del presbiterio ad Est.
Si presenta come volume prismatico di notevole presenza paesaggistica, in posizione rialzata sul fondovalle. Il volume principale della navata, coperto a capanna, presenta , quattro lesene su ogni lato, una delle quali, nell’angolo di nord-est, termina con campaniletto e ingresso laterale nella prima campata. Sul lato destro, a sud e a valle, si aprono tre finestroni, su quello a nord, nella prima campata, si vede un’apertura tamponata, forse un accesso a cantoria, rimossa o mai realizzata. La sagrestia posta sul lato sud del presbiterio, data l’inclinazione del versante, presenta due livelli al di sotto di quello principale, con proprie finestre e grande arco di scarico, assume accentuato sviluppo verticale. Il presbiterio, più corto della navata e di poco più basso e stretto, non presenta lesene, ha una finestra sul lato sud. La facciata presenta aspetti tipologici tipici di inizio Seicento, con timpano triangolare posto su due lesene laterali e coronato da tre pinnacoli in tonalite e sfera di marmo Vezza, croci e banderuole, portale in Vezza ad architrave lineare sormontato da lunetta affrescata, finestrone a mezza luna nella parte alta.
Internamente la navata rettangolare presenta volta a botte unghiata, divisa in tre campate da costoloni rettangolari, con relative lesene profonde, con sezione a T, corrispondenti a quelle esterne. I finestroni hanno davanzale molto inclinato. Il presbiterio altrettanto rettangolare è separato da alta cancellata in ferro battuto, fissata a gradino, e presenta volta a botte terminante ad ombrello. L’altare ha ricca ancona Cinque-Seicentesca di legno intagliato, policromo e dorato, incorniciata da cassa a tavole decorate con forma a spioventi.
1567 – La chiesa è menzionata nella visita del Vescovo Bollani, come soggetta alla parrocchia di San Martino.
1580 – La Chiesa è descritta nella visita del Cardinale Carlo Borromeo come antica, consacrata e malconcia. Vengono prescritti numerosi interventi di adeguamento.
XVII – La conformazione e la tipologia costruttiva della chiesa attuale indicano l’esecuzione di un ampio intervento di rifacimento della chiesa ad inizio XVII sec., probabilmente stimolato delle prescrizioni della visita Borromaica del 1580. La chiesa attuale conserva piena conformità alle “Instructionum Fabricae et Supellectilis Ecclesiasticae” di Carlo Borromeo.
XX – La chiesa ha avuto funzione di chiesa cimiteriale e di destinazioni per le processioni delle Rogazioni sino agli anni Settanta, in seguito fu impiegata come magazzino, sino al 2006, quando fu liberata per permettere i rilievi necessari al restauro.
1903 – Un restauro delle superfici interne, con probabile realizzazione di decorazioni, era testimoniato da iscrizione dipinta in controfacciata, visibile prima dei restauri del 2010. L’iscrizione riportava: “RESTAURATUM ANNO DOMINI MDCCCCIII”.
1988 – Sull’affresco della lunetta del portale era riportata la scritta a testimonianza di un restauro: “1988 Restaura G. POLI”
2010 – Nel 2010 vengono restaurate le coperture, gli intonaci esterni, e le superfici interne, con consolidamento statico delle murature, delle volte e delle coperture.