La chiesa è collocata a lato della strada provinciale 639, dove si imposta il fronte principale, esposto ad ovest. Il campanile, a sinistra, è di semplice fattura, come la facciata aggiunta nel Seicento. La torre si imposta con tre ordini e cornici marcapiano che dividono gli spazi. La cella campanaria si apre con quattro fornici.
L’ingresso originario della chiesa era posto alla quota della strada, raccordato alla navata tramite una rampa interna di scale ora dismessa. Attualmente, l’ingresso è collocato a lato, posto a nord, ad una quota superiore. Questo portale in legno, arricchito da una cornice in Serizzo, è sopraelevato di un gradino, anch’esso in Serizzo, preceduto da un piccolo sagrato in acciottolato raggiungibile dalla strada inferiore, tramite altri sei gradini.
L’edificio è composto da un’aula a navata unica, su cui si apre una cappella lungo il lato meridionale. Il presbiterio è quadrangolare con volta a botte.
La navata è suddivisa in quattro campate, su ognuna delle quali si imposta un arco gotico munito di catena metallica. La struttura sorregge la copertura a doppia falda, realizzata con travi in legno a vista e mattonelle in cotto tra i travetti.
La pavimentazione della navata è in cotto levigato di recente fattura, posto diagonalmente.
XIII – Al termine del XIII secolo la chiesa era già presente e apparteneva all’antica pieve di Garlate. Tuttavia, la struttura attuale risale presumibilmente al 1400, come conferma una lapide posta in facciata, che reca la data 1452. L’edificio è circondato dal cimitero. Probabilmente nel Seicento venne ampliato aggiungendo la nuova sacrestia e una campata verso la strada. Quest’ultima risale al 1627. La chiesa quattrocentesca è decorata da un un ciclo di affreschi che ancora oggi si possono ammirare nella zona presbiterale. L’opera è attribuibile, secondo la bibliografia, a Giovanni Pietro da Cemmo.
1800 – Verso la metà del 1800 venne edificata la cappella dedicata al Beato Serafino, vicino allo spazio cimiteriale, con altare in stile neoclassico. In seguito, attorno al 1867, si ricostruì nello stesso stile, la facciata, a causa dell’allargamento della strada provinciale. La nuova strada, più bassa rispetto alla precedente di circa un metro, rese necessaria la realizzazione di una serie di gradini per l’accesso alla navata. Ora questo ingresso è chiuso e anche la scala è coperta da un pannello.
1962 – Il restauro degli affreschi quattrocenteschi, effettuato nel 1962 da Ottemi della Rotta, attribuì l’opera pittorica a Pietro da Cemmo. In quell’occasione furono svelati altri dipinti nella fascia alta dell’ultima campata dell’arco trionfale, messe in luce le tavelle bicolore della copertura e creato un cavedio areante esterno, attorno al tamburo absidale.
1985 – Nel 1985, la chiesa fu oggetto di un nuovo e accurato restauro conservativo, volto a eliminare tutte quelle sovrastrutture di scarso pregio accumulatisi nel tempo.
Successivamente, nel 2009 si volle intervenire ulteriormente per ottimizzare gli interventi di restauro precedenti e valorizzare la chiesa. Anche la copertura venne riparata per escludere infiltrazioni di pioggia e creato un nuovo cavedio di ventilazione, a sud dell’edificio, verso il cimitero.
Il restauro conservativo degli affreschi, realizzato dalla ditta Luzzana di Civate si concentrò sulla pulitura dei preziosi dipinti, sull’intonazione di toni alterati e sul consolidamento del colore e delle lesioni superficiali. Inoltre le indagini preliminari hanno definito il carattere dell’autore, che a differenza della prima attribuzione, può essere orientato a una Scuola Bresciana, molto vicina al Maestro di Nave, operante a Chiuso tra gli anni Ottanta e Novanta del Quattrocento.