La facciata è dominata da un vasto porticato a due ordini di profondità, aperto a tre fornici sul fronte e retto da otto pilastri a lesene.
Un’ampia scalinata composta da sedici gradini occupa la parte centrale dell’atrio, mentre quelle laterali ospitano, al piano strada, due ossari e al piano della chiesa balconate chiuse da balaustre in pietra.
Ai lati del portale settecentesco in pietra scolpita con frontone spezzato si trovano due nicchie che accolgono le statue dei SS. Pietro e Paolo.
Quattro lesene proseguono superiormente ad inquadrare i finestroni e a reggere il frontone a timpano.
L’interno presenta un’unica navata, coperta da volta a botte con unghie, articolata in quattro campate e con quattro cappelle laterali. In controfacciata troviamo una bussola in legno e la soprastante cantoria lignea, che ospita l’organo.
La prima cappella a sinistra ospita il fonte battesimale, mentre la successiva è dedicata alla Madonna del Rosario e ha il suo fulcro nell’altare in marmo realizzato a cavallo tra Sei e Settecento dai fratelli Gaggini.
Nell’altare dei SS. Carlo, Caterina da Alessandria e Mauro, il secondo da destra, si conserva una pala ad olio su tela seicentesca raffigurante la Madonna del Suffragio.
L’opera maggiormente nota custodita nella chiesa è sicuramente il grande polittico cinquecentesco ospitato nella prima cappella destra.
Composto da nove riquadri ebbe varie attribuzioni fino al 1988 quando furono ritrovati i documenti che ne attestavano la commissione al De Magistris e al suo allievo Ambrogio Arcimboldo nel 1534.
1342 – La chiesa è documentata come parrocchiale a partire dal 1342.
1586 – Il campanile, l’ elemento più antico, fu sopralzato e furono rifuse le campane.
1657 – Lo sviluppo interno, come la facciata, risalgono alla lunga ristrutturazione che interessò la chiesa tra il 1657 ed il 1746 che stravolse l’aspetto precedente e si concluse con la consacrazione celebrata dal card. Giuseppe Pozzobonelli il 25 giugno 1746.
1792 – L’altare maggiore fu realizzato da Giovanni Antonio Albinola di Viggiù su disegno dell’arch. Giuseppe Vanni di Milano.
1897 – L’abside semicircolare costituisce un ampliamento operato nel 1897 dall’arch. don Enrico Locatelli di quello precedente quadrangolare.
1900 – L’intero apparato decorativo della navata e del presbiterio è opera di Luigi Tagliaferri.
1950 – Nel 1950 furono iniziati i lavori per convertire la prima cappella di sinistra, in origine dedicata a S. Antonio da Padova, in battistero con la posa del pavimento e del fonte.
1990 – Vennero restaurati il tetto e le facciate esterne.
1992 – Vennero restaurate tutte le parti lapidee.
1993 – Vennero restaurate tutte le superfici interne.