La chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio Martire è un edificio monumentale di notevoli dimensioni, la cui imponente massa muraria denuncia le stratificazioni storiche subite nel corso dei secoli e culminate, agli inizi del novecento, con la realizzazione di un nuovo fronte principale. L’originaria facciata dai motivi seicenteschi viene sostituita dall’attuale, progettata dell’Ingegnere Cesare Nava, agli inizi del XX secolo. Quest’ultima è tripartita da motivi a lesene e a colonne in fasce verticali che forniscono una prima connotazione della suddivisione dello spazio planimetrico interno, distribuito fra una navata maggiore e due navate laterali. L’altro motivo ornamentale principale è costituito da una rappresentazione plastica di San Giorgio a cavallo nell’atto di uccidere il drago. L’interno dell’edifico è planimetricamente impostato su una pianta a croce latina, con la zona destinata all’assemblea tripartita in una navata maggiore e due navate laterali, fra loro suddivise da quattro colonne per lato e da un pilastro finale che costituisce, unitamente a quelli che sorreggono l’arco trionfale e la volta del presbiterio, l’elemento portante della cupola posta a raccordo fra area presbiteriale e navata centrale. A conferire maggiore solennità agli spazi interni contribuiscono i numerosi dipinti, che rappresentano in maniera emblematica l’evoluzione della pittura cremonese nel XVI, XVII e XVIII secolo.
VIII – La chiesa parrocchiale ha origini molto antiche, tanto che alcuni storici dell’arte ne attribuiscono la nascita al periodo longobardo, basandosi sulla dedicazione a San Giorgio.
1567 – Prende avvio l’ampliamento della chiesa parrocchiale che viene dettato dal notevole incremento demografico, dalle precarie condizioni dell’antica pieve e dal modificato clima culturale nato con le riforme apportate dal Concilio di Trento.
Nella prima visita pastorale di Sfondrati, i lavori sono conclusi solamente nella metà dell’edificio che ospita l’altare maggiore, mentre la restante parte si dimostra ancora piuttosto malandata. Inoltre anche l’arco trionfale risulta essere in condizioni statiche precarie e vengono predisposte opere di puntellazione.
1599 – Nella nuova visita del Cardinale Sfondrati la chiesa viene descritta con impianto cruciforme, formata da un’unica navata, munita di cappelle laterali e con soffitto a volta. Nel 1599 Monsignor Cesare Speciano, nel verbale della sua visita pastorale, ne sottolinea la bellezza delle decorazioni e il 24 settembre 1600 la consacra solennemente.
1620 – Agli inizi del XVII secolo la chiesa subisce un nuovo rifacimento che la porta all’assetto planivolumetrico attuale, impostato su una navata maggiore e due laterali sulle quali si affacciano sei cappelle per ogni lato. Il continuo incremento della popolazione aveva reso necessario un ulteriore ampliamento dell’edificio che, oltre ad inglobare il precedente, occupa una porzione del camposanto e buona parte della casa del curato. I lavori abbracciano un lungo arco temporale che va presumibilmente dal 1620 fino al 1640 circa. La relazione pastorale della visita di Monsignor Campori, redatta nel 1624, registra le opere iniziate da qualche anno mentre alcuni documenti, relativi alle spese per un nuovo altare in marmo, sono datati 1637 e 1638.
1632 – Sulla balconata in marmo che sovrasta il campanile è incisa la data 1632: testimonia l’impresa della sua costruzione, sicuramente non priva di difficoltà, considerata anche l’altezza di 65 metri, non facile da raggiungere con scarsi mezzi a disposizione delle maestranze.
1920 – Nel 1920 il fronte principale, chiaramente ispirato ai motivi seicenteschi derivati dalla lezione architettonica di Giuseppe Dattaro, viene completamente rivisto con un disegno dalle linee tardocinquecentesche, realizzato in cemento armato. Il progetto, dell’Ingegnere Cesare Nava, uniforma la realizzazione casalbuttanese al clima culturale degli inizi del XX secolo, periodo in cui vengono riviste le linee architettoniche di molte facciate delle chiese della provincia.
2015 – La sacrestia è stata sottoposta a consolidamento strutturale e restauro a causa degli evidenti segni di peggioramento del preoccupante quadro fessurativo. Il consolidamento ha riguardato non solo le murature portanti ma anche le fondazioni. L’intero intervento è stato finanziato con fondi CEI.