La chiesa è moderna, impostata con unica aula a pianta ottagonale.
La soprastante cupola a spicchi porta una lanterna ottagonale.
Dal sagrato si entra oltrepassando il pronao e una bussola lignea.
L’orientamento dell’abside è verso nord.
Le superfici interne sono tinteggiate e solo in corrispondenza dei confessionali laterali rivestite in legno massello.
Il pavimento è di marmo Rosso di Verona levigato e sui lati del tamburo si aprono le cappelle laterali.
Ai lati del presbiterio si aprono due spazi dedicati ai fedeli e illuminati da vetrate istoriate raffiguranti scene dedicate alla vita di S. Francesco e S. Chiara.
1949 – Dopo il ritiro da Lecco dovuto al decreto napoleonico ottocentesco, i Frati Cappuccini ritornarono in città per volere della popolazione. In origine erano insediati nel noto convento di Pescarenico che divenne nel tempo parrocchiale e il loro convento venne adibito a abitazioni private.
La nuova sede venne benedetta dal prevosto Borsieri e dal Cardinal Schuster che aveva visitato il sito qualche decennio prima, in occasione di una visita al monte S. Martino. Il terreno si trova a ridosso di poggio S. Stefano, alla fine di corso Turati, allora sterrato e acciottolato.
Nella primavera del 1950 arriva l’autorizzazione per edificare sia la chiesa che il convento. I primi frati arrivati in loco abitarono per anni nella cascina “La Ca Rossa” che era dotata di cappella, poi demolita.
Nel 1951 la nuova chiesa era a buon punto tanto da permettere la celebrazione mentre il convento venne inaugurato un anno dopo.
L’antico altare ligneo settecentesco, lì collocato proveniva da S. Angelo L.
1951 – Nel 1951 si pose sull’altare una tela raffigurante la B.V. Assunta, opera del Prof. Galizzi di Bergamo.
Gli altari di legno per le quattro cappelle vennero posti sotto agli affreschi del Bergamasco Giovanni Zappettini, che raffigurano S. Francesco, S. Antonio da Padova, S. Elisabetta d’Ungheria e S. Giuseppe.
Nel 1953 l’altare maggiore venne completato con l’aggiunta della balaustra e del coro. nello stesso periodo venne completato anche il convento.
Per volere del cardinale Montini la chiesa divenne parrocchia con padre Olinto da Solzago che divenne il primo parroco dal 1962 fino al 1969.
1960 – Un primo cambiamento del presbiterio avvenne alla fine del 1960 quando la riforma liturgica suggerì ai sacerdoti di celebrare rivolti verso il popolo. Con padre Olinto si aggiunse una mensa lignea con due piccole colonne laterali.
Tra il 1976 e il 1976 con padre Giacobbe si realizzarono opere di rinnovamento generale della chiesa: tinteggiature interne e levigazione delle pavimentazioni.
Venne tolto il pulpito, ormai in disuso, e eliminati i vecchi confessionali per essere sostituiti con i nuovi, ora collocati in apposito spazio laterale. Altri interventi provvisori al presbiterio furono eseguiti dalla ditta Perucchini e Parolari.
1963 – Con padre Olinto si diede inizio anche alla costruzione del nuovo oratorio per le attività giovanili e al salone del Cenacolo Francescano. Questi locali hanno ingresso autonomo dal sagrato.
1982 – Nel 1982 con padre Gabrielangelo la zona del presbiterio si trasformò completamente per assumere un’immagine contemporanea. Il parroco addirittura volle anche ampliare la chiesa dato l’aumento evidente dei fedeli.
L’altare settecentesco venne sostituito con una nuova struttura che insieme alla pavimentazione a all’organo offrirono più spazio. Infatti ai lati del presbiterio vennero creati due “coretti” per accogliere altri fedeli. La sacrestia fu spostata dietro al presbiterio, in un nuovo spazio semi circolare. Il progetto venne curato dallo studio dell’arch. Favaron con la collaborazione dell’arch. Giuseppe Mandelli e arch. Giuliana Panzeri.
1997 – Nell’aprile del 1997, in occasione delle missioni popolari, venne installato un Crocefisso ligneo dietro l’altare, grazie a una somma offerta da una parrocchiana. La scultura di legno è alta due metri mentre la croce è alta tre metri. L’opera proviene dalla Scuola Beato Angelico di Milano e l’autore corrisponde a Don Marco Melzi.
2003 – Assieme ad alcuni interventi di manutenzione, finitura e adeguamento illuminotecnico, con padre Tommaso si decise di restaurare le quattro cappelle laterali. Il restauro dei dipinti venne affidato a Mariella Ripamonti e a Maria Grazia Magni. Ricordiamo che le opere vennero realizzate dai pittori Giovanni Zapettini e da Fra Damaso Bianchi.