la piccola chiesa, perfettamente inserita tra le abitazioni, è preceduta da un portico con pavimento rialzato in selciato di pietra. La capriata lignea della copertura a due spioventi del portico è sostenuta da due grossi pilastri in pietra, il manto, a differenza di quello in piode dell’edificio in cui è inserita la chiesa, è in laterizi. Ai lati, lo spazio tra i pilastri e la facciata è chiuso da due muri non molto alti, questo intervento risulta recente o perlomeno successivo alla costruzione del portico. Il portico stesso risulta un’aggiunta posteriore, così come la sopraelevazione del muro a sud eseguita per sostenere la piccola campana. Sulla facciata, ai fianchi del portale in pietra che costituisce l’ingresso, due aperture rettangolari permettono di vedere all’interno; anch’esse hanno cornici in pietra dalle linee molto semplici. Il resto della facciata è intonacato. Esaminando la planimetria dell’abitato si può supporre che la chiesa sia stata ricavata in un vano inizialmente adibito a cantina adiacente alla cucina dell’abitato rurale, mentre la sacrestia potrebbe rappresentare la trasformazione dell’atrio. All’interno la chiesa, ad aula, ha pianta rettangolare ed è coperta da volta a crocera finemente affrescata. La volta si imposta su di una cornice, presente solo lungo le pareti laterali dell’aula, sotto la quale sul lato sinistro si apre il passaggio per la sacrestia, mentre sul lato destro, in corrispondenza dello stesso, è affrescata una porta coperta da una tenda accostata di lato. Nel lunettone sopra la cornice dal lato destro troviamo una finestra rettangolare, mentre dal lato sinistro si trova una lapide in marmo nero che riporta la seguente iscrizione: “D.O.M. IO: ANTONIO SERTORIO OPTIME MERITO QUI AEDICULAE AD. FRANCISCO DE PAULA ET FILIPPO NERIO DICATAE TRECENTUM NUMMOS AUREOS LEGAVIT CUM PERPETUO ONERE SINGULIS ANNIS VIGINTI QUATTUOR MISSAS CELEBRANDI PRO SE ET MARG.A VX.E AC FIL HOC GRATI ANIMI ET PIETATIS EIUS MONUMENTUM POSITUM FUIT ANNO DOMINI MDCLXXVIII”. Sulla parete di fondo al centro è posto l’altare in muratura con pala in tela entro stucco, raffigurante la Madonna con S. Filippo Neri e S. Antonio da Padova, del 1665. Sopra la pala è dipinta la seguente dicitura: “EX DEVOTIONE CA. R. ET. C.A MAN UXORE SUA 1665”. Ai lati dell’altare trovano posto due nicchie con chiusure intarsiate che racchiudono le reliquie dei Santi
1662 – il parroco di Fuipiano Don Carlo Bisoni inviava una supplica all’Eminentissimo Cardinal Barbarigo, Vescovo di Bergamo, per costruire un Oratorio nella contrada di Arnosto. L’autorizzazione veniva concessa e nel 1664 la chiesina era costruita e dotata di ogni suppellettile. Nel 1665 veniva posta sopra l’altare una pala ad olio raffigurante i Santi Filippo Neri e Francesco da Pola con la Vergine, attribuita a Francesco Quarenghi. Sulla pala era dipinta la seguente scritta: “EX DEVOTIONE CA.R. ET. C.a MAN. UXORE SUA – 1665″
1678 – una lapide in marmo nero con data 1678, ricorda un legato di Antonio Sertorio che obbligava la Parrocchia di Fuipiano a celebrare in Arnosto ventiquattro messe ogni anno per la propria famiglia dietro il versamento di “trecentum nummos aureos”
1882 – alla fine del 1800 la chiesa venne restaurata, sopra la porta d’ingresso, una piccola lapide ricorda l’anno e gli autori dell’intervento: “Restaurata dai fratelli Zuccala Carlo e Giovanni Battista 1882″
XX – la chiesa venne donata dai signori Zuccala alla Parrocchia negli anni ’50
1909 – nel 1909 il mons. Radini Tedeschi, durante la sua visita pastorale, redige un lungo elenco di tutto ciò che è ancora presente all’interno della chiesa di Arnosto, oltre che evidenziarne, come nei resoconti delle visite precedenti, una ricchiezza di suppellettili e arredi inconsueta per un così piccolo oratorio
2002 – vennero eseguite opere di restauro dell’edificio
2016 – manutenzione straordinaria manto di copertura e restauro porzione apparato decorativo interno