Chiesa di San Felice Martire (San Felice, Cremona)

Diocesi di Cremona - chiesa parrocchiale - Lombardia

Cremona - Via San Felice - CR - 26100

0372/450120

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

1574 – Le notizie storiche circa le vicende della chiesa di S. Felice della frazione omonima di Cremona derivano da varie fonti storiche che la individuano come punto di riferimento di un borgo rurale di modeste dimensioni. La prima fonte storiografica che informa dell’esistenza della fabbrica ecclesiastica pare essere l’istituzione di due legati del 1574, il primo creato da Giulio Ruggeri con atto rogato dal notaio Galeazzo Ala, il secondo fondato da Giorgio Biffi con atto del notaio Cesare Donetti, legato al podere di Ca’ del Pesce.
1590 – Segue la visita pastorale di Nicolò Sfondrati del 1590, dal quale si apprende il forte legame con la suddetta famiglia Biffi, già proprietaria del terreno sul quale si ergeva la Badia di Ognissanti, posta fuori le mura della città di Cremona. Forse questo il nesso che chiarisce l’antica notizia che vuole la chiesa di S. Felice officiata dai religiosi della stessa abbazia, ai quali si doveva la fondazione.
1602 – Nel 1602 la visita pastorale del vescovo Cesare Speciano restituisce sinteticamente lo stato dell’architettura ecclesiastica definendola ad una nave e con la cappella maggiore posta in abside, la sagrestia di fianco all’altare maggiore ed il cimitero davanti alla stessa chiesa.
XIX – La torre campanaria, che era certamente esistente nel 1602, veniva sinteticamente descritta dal vescovo Cesare Speciano nella sua visita pastorale come “Turris parva cum duabus campanis”. La torre fu oggetto di importanti opere di rifacimento a metà del secolo XIX.
1807 – La visita del Vescovo Omobono Offredi effettuata nel 1807 riporta informazioni in merito all’abitato ed alla composizione architettonica della chiesa:
“La chiesa Parrocchiale di S. Felice, sotto il titolo di S. Felice Prete e Martire è collocata in luogo eminente nel mezzo di quelle poche cascine e case che formano in parte il piccolo paese di S. Felice, questa chiusa e coperta tutta a volto, di una sola nave, della lunghezza di Braz.e 30, larg.a Braz.e 12 e altz.a 18, ha la facciata e la porta maggiore a ponente, et altra portella a mezzo giorno.”

1834 – La fabbrica pare essere stata riformata nell’apparato decorativo ma soprattutto restaurata per risolvere problemi strutturali: le pareti del presbiterio e del coro presentavano infatti evidenti sconnessure, la volta e la torre campanaria minacciavano di crollare, l’organo era malandato come pure l’altare della Beata Vergine. I lavori iniziarono nel 1834 con la decorazione a chiaroscuro della cappella di S. Felice, a questa seguì nel 1843-44 subito dopo aver rinforzato le strutture murarie, la nuova decorazione del capocroce. Nel 1842 furono ripassati i tetti, rinnovate le travi sopra le cappelle di San Felice, della Beata Vergine e sopra il coro, furono restaurati tamburo e cupola del campanile e aperto un finestrone a mezzaluna sopra il coro.

1843 – In linea col gusto classicheggiante, ormai da tempo consolidato, la volta a botte del presbiterio, della finta cupola antistante e della cappella della Beata Vergine si ricoprirono di ornati a chiaroscuro, opera di due decoratori, Agostino Barbieri e Luigi Concari.
1899 – Un’importante riforma nel 1899 portò la chiesa ad avere una campata in più.
1899 – Nello stesso periodo vengono realizzate anche le cappelle laterali su entrambi i lati.
1904 – I nuovi spazi interni furono decorati tra il 1904 ed il 1906 da Aristide Secchi su progetto di Luigi Morgari.
1916 – Presso l’archivio storico diocesano è presente il progetto del riassetto stilistico della facciata, ad opera dell’architetto Ferrami del 1916 ed eseguito un decennio dopo con ornati in cemento, il rifacimento dei capitelli delle lesene e della trabeazione della porta.

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