Palazzo Recalcati è adiacente all’antica parrocchiale dedicata a S. Carlo e la chiesa in esame, dedicata a S. Carlo vescovo è inserita nello stesso contesto, al piano terra. Si tratta di un adattamento risalente ad epoca recente che ha trasformato alcuni locali commerciali in cappella per il culto.
L’ingresso laterale, dalla via pubblica, è protetto da una pensilina con struttura lignea e manto di coppi in cotto a canale. L’orientamento del presbiterio è diretto verso sud e la cappella è costituita da unica navata con soffitto ligneo, in parte originale.
Il pavimento è con piastrelle di monocottura color cotto. Sulla corte si aprono alcune finestre di grandi dimensioni con vetrate istoriate, opera di T. Longaretti del 1988, raffiguranti scene del Nuovo testamento.
XVIII – Il grande palazzo Recalcati appare ancora oggi con un’aspetto seicentesco. Si dispone secondo una pianta a U sopra una corte che un tempo era chiusa verso occidente da una cortina di case rustiche, abitate dai coloni della nobile famiglia. Sostanziali modifiche furono portate sia alla facciata del palazzo sia al cortile interno, mediante la formazione di un atrio porticato a tre fornici e di un monumentale scalone che porta al piano nobile.
XIX – Rovesci finanziari colpirono intorno al 1890 la nobile famiglia Testori De Capitani e la proprietà di Malgrate fu messa all’asta. Pervenne nel 1894 un facoltoso commerciante di Olginate, Felice Figini, che fu poi sindaco di Malgrate. Alla sua morte fu ereditata da una delle tre figlie, Carolina, che aveva sposato un Trabattoni. L’antico palazzo fu successivamente venduto alla curia milanese, mentre in una parte del giardino i Trabattoni edificarono una grande casa a più piani per la loro abitazione. Per molti anni il palazzo non ricevette un’adeguata manutenzione, trasmettendo un senso di abbandono fino agli anni settanta del secolo scorso, quando finalmente si pose mano per un rifacimento della facciata, che assunse un aspetto più decoroso.
1973 – A partire dal 1973 don Eugenio Ronchi venne nominato come coadiutore della parrocchia di San Nicolò con il preciso incarico di occuparsi dei parrocchiani residenti al Porto. Ci fu subito un problema da affrontare e risolvere, quello del luogo di culto. La chiesetta dedicata a San Carlo era infatti ancora privata e, secondo la consuetudine, veniva concessa solo per la celebrazione della messa festiva. Bisognava trovare un’alternativa, non solo per i giorni feriali ma anche per quelli festivi. La soluzione venne trovata in un negozio.
La famiglia Monti mise a disposizione i locali annessi alla macelleria. La prima messa fu celebrata la notte di Natale del 1973. I ragazzi del Porto, ormai sposati e con figli, manifestarono la necessità di avere una parrocchia al Porto con un oratorio come punto di aggregazione dei tanti bambini presenti nel nuovo quartiere.