La chiesa di San Benedetto si trova nel comune di Salò, nella costa sud occidentale del lago di Garda. Il fabbricato, orientato verso est, si apre su una piazzetta adiacente alla via omonima. La facciata, che in pianta ha un andamento mistilineo con spigoli concavi, si presenta con linee architettoniche settecentesche ed è composta da doppio registro scandito da lesene prive di capitello: nell’ordine inferiore inquadrano in mezzeria il portale lapideo, completo di stipiti e architrave; nel registro superiore fiancheggiano il finestrone mistilineo collocato in corrispondenza del portale sottostante. L’interno, avente superfici ornate a rilievo, è a navata unica. Lo spazio è scandito da lesene composite. Un cornicione, leggermente aggettante, segna il punto di innesto della volta a botte di copertura.
XV – La chiesa appartiene al convento delle suore Benedettine fondato nel XV sec. Chiesa e monastero ospitarono le monache di clausura sotto le regole di Sant’Agostino. Decaduta la Disciplina (Ducali del 1495-1497, conservate nell’archivio comunale di Salò, secondo quanto riferisce il “Codice Lumen ad revelationem”), narrano di “facto raptus eiusdam puellae Monasterio S. Benedicti Salodii”.
XVI – San Carlo Borromeo, in visita apostolica per l’attuazione dei decreti tridentini, ordinava che le monache si trasferissero dentro le mura cittadine, in un nuovo monastero costruito in località S. Bernardino e terminato nel 1583.
XVI – Nella seconda metà del XVI sec. Il sito di San Benedetto fu acquistato dal conte Sebastiano Lodrone per la Congregazione dei chierici regolari somaschi, aventi un collegio di istruzione (detto dei nobili), entrambi dislocati a Santa Giustina di Salò.
XVI – Nel 1671 chiesa e monastero furono acquistati dai Frati minori di San Francesco di Paola (o Paolotti) i quali ampliarono il fabbricato, il portico ed il primo piano. Anche la chiesa venne ingrandita e decorata.
XIX(?) – Passato al Demanio, il complesso venne acquistato da Angelo Dal Mistro, il quale pensò di trasferirvi la fonderia di sua proprietà. Tramontata tale ipotesi, il vecchio monastero e la chiesa caddero in completo abbandono, finché la chiesa venne per due terzi demolita.
XX(?) – Passata in proprietà alla famiglia Raggi, venne, a cura di Monsignore Pietro Raggi, rimessa in sesto e decorata internamente con tre altari e riaperta al culto.
XXI – In seguito ai danni provocati dal sisma avvenuto il 24/11/2004, il bene è stato incluso nell’elenco dell’Ordinanza n. 36 del 21 marzo 2005 per l’erogazione di contributi per il recupero migliorativo degli edifici danneggiati (allegato “Edifici ecclesiastici NON PRIORITARI”). Tra il 2007 e il 2008 sono stati eseguiti lavori per il consolidamento strutturale, miglioramento sismico e restauro dell’immobile. Successivamente è stata dichiarata la conformità degli stessi.
XXI – Nel 2004 sono stati eseguiti lavori per il rifacimento delle finiture esterne in intonaco traspirante, per risolvere i legati all’umidità di risalita capillare.