situata nella frazione omonima di Vedeseta, presenta l’abside rivolta a nord. Il sagrato è in manto erboso. La facciata, preceduta da quattro gradini, presenta un alto basamento che ospita due piccole finestre con inferriate e che si interrompe al centro in corrispondenza del portale centrale. Sopra la cornice aggettante del basamento dipartono quattro lesene doriche che dividono la facciata in tre settori, di cui quello centrale più ampio. Sopra il portale si trova una finestra semicircolare. Le lesene si concludono con una trabeazione ed il timpano triangolare. Giustapposto alla facciata, a sinistra, vi è il campanile della primitiva chiesa, tutto intonacato, fatta eccezione per il basamento, e con tetto a cuspide. L’interno è a navata unica, scandito in tre campate da lesene con capitelli corinzi, sopra la trabeazione si trova il cornicione aggettante. Nella prima campata a sinistra si trova la porta che dà accesso al campanile. La seconda campata sulla sinistra presenta l’accesso laterale, tramite il portico a sei campate con archi a tutto sesto su colonne e tetto ad una falda. La navata è illuminata da finestre semicircolari presenti in tutte le lunette della volta a botte, fatta eccezione per quella della prima campata di sinistra che è cieca per la presenza del campanile. L’arco trionfale, leggermente più stretto della navata, immette nel presbiterio, sopraelevato di due gradini, con balaustre laterali, a pianta rettangolare e coperto da cupola con pennacchi e lunette con due finestre semicircolari. L’altare posto sulla parete piana di fondo, ha ancona in marmo con nicchia contenente la statua di S. Bartolomeo
1250 – costruzione della primitiva parrocchiale
1400 – nella prima metà del XV secolo l’arcivescovo Francesco Pizzolpasso stacca la primitiva parrocchiale dalla chiesa matrice di S. Ambrogio in P Pizzino erigendola in rettoria, con diritto per gli abitanti di eleggere il proprio parroco
1566 – Carlo Borromeo stabilisce che il compito e le funzioni parrocchiali si svolgano nella più centrale chiesa di S. Antonio abate. Gli atti della visita pastorale testimoniano la demolizione delle insegne del re di Spagna dipinte sulla facciata
1731 – il parroco don Pietro Locatelli Pasinetti fa ampliare l’edificio e lo dota di un porticato e di un campanile, tuttora visibile. La chiesa aveva solo due navate ed aveva una campanella posta sulla sommità del tetto, così viene aggiunta la terza navata e viene ingrandita l’annessa casa ad uso ospizio
1924 – la chiesa versava in avanzato stato di degrado, infatti Il cardinale Eugenio Tosi durante la visita pastorale ordina la sospensione delle funzioni di culto fino a quando non venga restaurata
1925 – l’edificio viene demolito
1925 – costruzione della nuova chiesa dopo la totale demolizione del precedente corpo di fabbrica. Alla fine di ottobre si pone il tetto ed il 2 novembre si celebra la prima messa
1926 – in primavera si riprendono i lavori di abbellimento. Si fa l’intonaco con sabbia parte di Avolasio e parte di Brembo. Si completano il portico, la facciata e il muro di cinta. Inaugurazione in data 24 agosto, giorno di S. Bartolomeo
1926 – benedizione della nuova chiesa in data 24 agosto, giorno di S. Bartolomeo, dal vicario D. Bonasio di Sottochiesa
2005 – la chiesa è sottoposta ad opere di manutenzione straordinaria
2009 – vengono eseguiti lavori di consolidamento statico e recupero conservativo