La chiesetta alpina, di modeste dimensioni, è situata nel Borgo Vecchio in località Erna, alle pendici del monte Resegone.
Arrivati con la Funivia si giunge al’edificio percorrendo un breve sentiero sterrato.
Appena giunti al Borgo, costituito da due caseggiati ed un rifugio, si intravede il piccolo campanile e quindi la chiesa con il suo sagrato erboso, leggermente elevato rispetto al piano del bosco. Una mulattiera arriva dal centro di Acquate.
L’orientamento dell’abside, verso sud est, si allinea con la restante parte del borgo.
All’esterno la chiesetta è intonacata con strollatura cementizia e sulla facciata principale si apre il portone ligneo per l’accesso, con soprastante finestra rettangolare.
Sul retro è collocata la sacrestia a sinistra e l’abitazione del custode.
La celebrazione eucaristica si tiene ogni domenica d’estate e su richiesta di gruppi.
XVIII – Angelo Borghi in “I Piani d’Erna” ricorda che la chiesetta, allora dedicata alla Madonna del Carmine, venne costruita all’inizio nel Settecento per l’uso estivo che i pastori di quell’alpe potevano esercitare durante quattro mesi della bella stagione. Ora l’oratorio è dedicato alla Madonna della neve.
La chiesetta, costruita con le offerte e il lavoro degli stessi alpigiani, fu eretta su di un terreno donato dal barone Giorgio Cattaneo che aveva una masseria lì vicino. Nel 1722 l’edificio era già delineato ma solo nel 1761 venne completato e aperto al pubblico. Il Cardinale Pozzobonelli dispose che l’importo annuo del reddito venisse ridotto a sole lire 15. Il primo sacerdote fu don Giuseppe Valsecchi. Dopo poco la chiesa ottenne la concessione di indulgenze.
XIX – Una nota del 1803 narra che l’oratorio era difficilmente raggiungibile ed era mantenuto da elemosine dei 50 Bergamini (pastori) che vi salivano in estate. Successivamente, nel 1829, una nota della fabbriceria avverte che la chiesa vera in rovina e chi doveva occuparsene per mantenerla non era reperibile.
Nel 1847, il sub economato Giovanni Gattinoni, scrisse agli eredi degli antichi costruttori di provvedere per il restauro, che accettarono e donarono e 5 lire ciascuno, oltre a una donazione globale di 500 lire milanesi.
1926 – Ma i restauri più significativi si ebbero nel 1926 quando i residenti di Erna si diedero da fare per raccogliere denaro da utilizzare nella riparazione del tetto, della sacrestia e dei locali retrostanti la chiesetta, destinati a ospizio.
L’oratorio venne totalmente devastato durante le giornate dell’ottobre 1943 ma quasi subito riparato e benedetto nel 1946 dal parroco Valsecchi.
Un successivo e radicale restauro si ebbe nel 1966 a cura della società SPER che costruì la funivia.