L’antica chiesa è collocata poco distante dalla Parrocchiale, in fregio al Corso Matteotti, in corrispondenza di uno slargo. L’orientamento dell’abside è verso nord/est. L’ingresso è laterale, attraverso un porticato formato da due colonne di granito, impostato con tre fornici, alla Serliana.
La navata è unica, con un edificio addossato sul lato orientale, in corrispondenza del porticato d’ingresso. Sulla contro facciata il portone è tamponato, sopra di esso è posto un matroneo che si affaccia verso l’aula, costituito da balaustra in muratura, colonnine e mantavola di arenaria. anche questi elementi formano tre fornici. Dal matroneo si accede alla torre campanaria che, dalle tracce ben visibili di bifore e monofore, si potrebbe attribuire all’epoca romanica.
Il pavimento della chiesa è completamente rinnovato con lastre romboidali di marmo bianco e rosato, posate a scacchiera.
La volta a botte della navata è in muratura intonacata e tinteggiata. Si aprono alcune vele in corrispondenza delle aperture.
Una piccola sacrestia è posta alla sinistra del presbiterio e contiene l’antico lavello in marmo grigio.
Un secondo porticato collega oggi la contro facciata con l’attigua canonica. In questo porticato si apre una cappella devozionale con l’ossario.
La chiesa è aperta tutte le mattine mentre le celebrazioni dell’eucarestia si tengono solo al giovedì e durante la festa patronale dei Santi Nazario e Celso.
XIII – La data precisa di fondazione della chiesa non si conosce, pare che i residenti del quartiere vollero esprimere la loro devozione ai due martiri edificando il primo sacello.
XVI – Le relazioni di Visite Pastorali descrivono la chiesa a partire dal 1566. In particolare S. Carlo Borromeo visitò la chiesetta in quell’anno, lasciando la sua veste che ancora oggi è esposta in occasione di particolari funzioni.
XVII – A seguito della canonizzazione di S. Carlo, avvenuta il 1° novembre 1610 nella Cappella Sistina con Papa Paolo V, gli abitanti del borgo di Castello sopra a Lecco, vollero perpetuale la loro devozione al santo, ampliando il piccolo oratorio esistente, dotandolo di un nuovo altare barocco, con pala raffigurante il Borromeo. Ai lati dell’altare vennero poste le statue dei due Martiri Nazaro e Celso, ai quali è dedicata la chiesa.
Non solo, in fianco alla navata vennero costruite la piccola sacrestia a la cappella dedicala alla Vergine.
1608 – Con la Visita Pastorale di Federico Borromeo del 3 luglio 1608 si dichiarò che l’altare maggiore era già consacrato ma privo di ogni ornamento e anche di pietra sacra, che era stata trasferita nella parrocchiale, ma che si doveva riportare in sede ad ogni celebrazione eucaristica.
La cappella maggiore era già semicircolare, circondata da cancelli di legno e dotata di pavimento di calcestruzzo. Non era presente nessuna pala ma le pareti erano affrescate con figure di santi.
Allora vi erano due ingressi, uno dalla parte dell’epistola e l’altro sulla facciata principale.
Il campanile costruito vicino alla chiesetta aveva una sola campana e sulla cima era collocata una croce. La porta del campanile non era dotata di usci anche se S. Carlo aveva già ordinato di chiuderla con un serramento.
XIX – In occasione della visita del Cardinale I. Schuster la chiesa venne completamente “rinfrescata” così da renderla più decorosa agli occhi del Visitatore.
Successivamente, l’allora parroco Corbetta, volle togliere la sacrestia per lasciare più spazio all’esterno e fece abbellire l’altare della Madonna con il nuovo Palio. Tolse le cancellate esistenti e restaurato l’altare maggiore.
Il successore, Don Mario Molteni volle terminare l’opera di rinnovamento del suo predecessore, aggiungendo nuovi lampadari, arredando la piccola sacrestia rimasta, rifacendo le pavimentazioni e alcuni stucchi superiori.