Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (detta San Carlo) (Lecco)

Diocesi di Milano - chiesa sussidiaria - Lombardia

Lecco - Corso Matteotti - LC - 23900

0341/364138

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XIII – La data precisa di fondazione della chiesa non si conosce, pare che i residenti del quartiere vollero esprimere la loro devozione ai due martiri edificando il primo sacello.
XVI – Le relazioni di Visite Pastorali descrivono la chiesa a partire dal 1566. In particolare S. Carlo Borromeo visitò la chiesetta in quell’anno, lasciando la sua veste che ancora oggi è esposta in occasione di particolari funzioni.

XVII – A seguito della canonizzazione di S. Carlo, avvenuta il 1° novembre 1610 nella Cappella Sistina con Papa Paolo V, gli abitanti del borgo di Castello sopra a Lecco, vollero perpetuale la loro devozione al santo, ampliando il piccolo oratorio esistente, dotandolo di un nuovo altare barocco, con pala raffigurante il Borromeo. Ai lati dell’altare vennero poste le statue dei due Martiri Nazaro e Celso, ai quali è dedicata la chiesa.
Non solo, in fianco alla navata vennero costruite la piccola sacrestia a la cappella dedicala alla Vergine.
1608 – Con la Visita Pastorale di Federico Borromeo del 3 luglio 1608 si dichiarò che l’altare maggiore era già consacrato ma privo di ogni ornamento e anche di pietra sacra, che era stata trasferita nella parrocchiale, ma che si doveva riportare in sede ad ogni celebrazione eucaristica.
La cappella maggiore era già semicircolare, circondata da cancelli di legno e dotata di pavimento di calcestruzzo. Non era presente nessuna pala ma le pareti erano affrescate con figure di santi.
Allora vi erano due ingressi, uno dalla parte dell’epistola e l’altro sulla facciata principale.
Il campanile costruito vicino alla chiesetta aveva una sola campana e sulla cima era collocata una croce. La porta del campanile non era dotata di usci anche se S. Carlo aveva già ordinato di chiuderla con un serramento.
XIX – In occasione della visita del Cardinale I. Schuster la chiesa venne completamente “rinfrescata” così da renderla più decorosa agli occhi del Visitatore.
Successivamente, l’allora parroco Corbetta, volle togliere la sacrestia per lasciare più spazio all’esterno e fece abbellire l’altare della Madonna con il nuovo Palio. Tolse le cancellate esistenti e restaurato l’altare maggiore.
Il successore, Don Mario Molteni volle terminare l’opera di rinnovamento del suo predecessore, aggiungendo nuovi lampadari, arredando la piccola sacrestia rimasta, rifacendo le pavimentazioni e alcuni stucchi superiori.

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