posta nel centro del paese, è preceduta dal piccolo sagrato pavimentato con cubetti di porfido che si trova ad una quota più bassa rispetto alla chiesa. Il fronte principale, diviso in tre settori da quattro lesene, è preceduto da un protiro in granito, in opera su otto colonne che sorreggono l’architrave corrente ed il cornicione con relative mensole. Una breve scalinata in corrispondenza del protiro, collega la quota del sagrato con quella della chiesa. Il portale d’ingresso, con contorno in granito, è dotato di serramento in legno a due ante. Nella parte superiore del settore centrale una finestra, dal contorno svasato e sagomato in muratura, illumina l’interno della chiesa. I due settori laterali, di ridotta larghezza, proseguono privi di decorazioni sino ad incontrare la trabeazione ed il timpano triangolare che conclude architettonicamente la facciata. L’ interno si presenta a navata unica coperta con volte a botte, con ai lati, due per lato, gli sfondati di quattro cappelle minori. Ai lati della bussola d’ingresso nei due tratti di parete inclinata che fanno da raccordo fra la parete della facciata e quelle d’ambito sono ricavati due piccoli vani: a sinistra è presente il fonte battesimale protetto da cancello in ferro, a destra un confessionale in legno. Le cappelle ricavate ai lati della prima campata non sono dotate di altare. Nella seconda campata sono presenti due ingressi con relative bussole: quello di destra permette l’accesso alla via Innominato, quello di sinistra all’attigua cappella di Lourdes. La terza campata presenta a sinistra la cappella dedicata alla Madonna Immacolata, quella di destra è dedicata a S. Carlo. Nelle pareti inclinate che fanno da raccordo tra le murature d’ambito e l’arco di trionfale, sono ricavati due ingressi: quello di sinistra conduce alla sagrestia, quello di destra al campanile. Il presbiterio, rialzato di tre gradini, è coperto da tazza ellittica e si conclude con il coro absidato
816 – una prima notizia di una chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio risale al IX secolo
1550 – rifabbricata, viene consacrata nelle forme tipiche del targo gotico a capanna e tre archi traversi
1566 – all’epoca della visita di San Carlo Borromeo, Vercurago risultava una delle sei “curae” della pieve in territorio bergamasco
1750 – verso la metà del settecento la chiesa viene completamente ricostruita
1760 – viene posato l’altare maggiore, proveniente dalla chiesa di S. Caterina in città
1830 – l’autorità pontificia, con atto del 13 novembre, autorizzava la procedura di passaggio della parrocchia dei “Santi Gervasio e Protasio” di Vercurago dalla pieve milanese di Olginate, della diocesi di Milano alla diocesi di Bergamo
1831 – il campanile, diviso in tre piani e con cella a lesene lisce, viene prima rialzato e poi restaurato
1842 – viene realizzato il protiro d’ingresso interamente in granito
1857 – la chiesa viene consacrata il 20 settembre, per mano del vescovo Pier Luigi Speranza, che le conservò l’antico titolo dei Santi Gervasio e Protasio martiri
1953 – tutto l’interno viene ripulito e rinnovato nelle tinte e negli ori dal decoratore Giovanni Dossena
1972 – la ditta Marmi Comana, rinnova il pavimento con l’impiego di marmo Botticino, di occhialino e di arabescato orobico e realizza il nuovo altare comunitario che viene consacrato dal vescovo Clemente Gaddi, riponendo le reliquie dei santi Gervasio, Protasio, Alessandro, Giovanni vescovo di Bergamo
1986 – viene rivestita la porta maggiore con lastre di rame sbalzato, opera dello scultore Claudio Nani
1987 – la chiesa è sottoposta esternamente ad un generale intervento di restauro
2012 – vengono restaurati i prospetti esterni ed il protiro, inoltre viene sostituito il manto copertura del protiro ed eseguito l’ adeguamento dell’impianto elettrico e di illuminazione