Chiesa dei Santi Eugenio e Maria (Vigano Certosino, Gaggiano)

Diocesi di Milano - chiesa parrocchiale - Lombardia

Gaggiano - Via Certosa - MI - 20083

02/9085316

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XII – La chiesa è menzionata per la prima volta in un documento relativo all pieve di Rosate del 1398.
I resti di alcune murature rinvenuti durante una recente campagna di scavo

(1997) fanno tuttavia supporre che la fondazione della chiesa sia da collocarsi in epoca romanica (XI-XII secolo).


1499 – Nel 1499 la chiesa è stata probabilmente oggetto di un consistente intervento di ampliamento che si ritiene abbia condotto l’edificio alla geometria attuale.
In questa occasione è stato anche demolito il campanile medievale, sostituito dalla nuova torre campanaria.


XVI – Nel corso del XVI secolo, in due distinte campagne decorative, è stata realizzata la decorazione delle pareti interne ed esterne della chiesa
Gli affreschi della facciata, opera del pittore pavese Bernardino de Rossi, risalgono infatti al 1511, mentre le pitture murali degli interni sono ascrivibili alla seconda metà del XVI secolo.
XVIII – L’antico portale in cotto viene smantellato e sostituito con l’attuale, in pietra.


1915 – La chiesa è oggetto di due campagne di restauro, compiutesi rispettivamente nel 1915 e nel 1928.


1963 – Tra il 1963 ed il 1979 la chiesa è oggetto di diversi interventi di restauro.

Nel 1963 il restauro interessa, in particolare, le fondazioni, la cappella del fonte battesimale e le coperture, che vengono sostituite.
Nel corso del medesimo intervento viene inoltre realizzato un vespaio areato sotto il pavimento e vengono scrostati gli strati di intonaco più recente.

Nel 1965, un secondo intervento, a cura della Sopraintendenza, consente il recupero degli affreschi del vano absidale e della volta e la sostituzione dei serramenti.
Contestualmente gli antichi elementi architettonici in legno (paraste e capitelli) vengono sostituiti con elementi laterizi di fabbrica moderna.

Nel 1967, invece si provvede allo “stacco” degli affreschi della facciata. Le superfici dipinte, una volta asportate dal prospetto vengono lasciate in deposito presso la chiesa.

Nel 1979, infine, si provvede anche al restauro del campanile.


1990 – Nel 1990, a seguito di un attento intervento di restauro gli affreschi della facciata vengono fissati su un’intelaiatura metallica e ricollocati nella loro posizione originale.

Fra il 1992 ed il 1995 le superfici interne della chiesa sono nuovamente restaurate, a seguito della scoperta di alcuni apparati decorativi risalenti probabilmente al XIV secolo.

Nel 1997 si provvede al rifacimento del pavimento e gli scavi realizzati per questi lavori, permettono di riportare alla luce i resti delle murature della chiesa medievale.

Nel 1999, infine, si è provveduto al restauro degli affreschi del presbiterio.
2001 – Negli anni Duemila la chiesa è stata oggetto di un’ultima importante campagna di restauro.

Fra il 2001 ed il 2004 le superfici dipinte della facciata sono state oggetto di importanti indagini diagnostiche e di successivi interventi di restauro (strappo, consolidamento, ricollocazione su supporto adeguato). Negli stessi anni si è provveduto anche al restauro del le superfici dipinte del presbiterio ed all’intonacatura della facciata (ormai privata degli affreschi).

Nel 2007 anche i restanti apparati decorativi sono stati oggetti di un intervento di restauro conservativo.


La chiesa di S. Eugenio, intitolata, nel corso dell’Ottocento, ai “Santi Eugenio e Maria”, è, con la grangia ex certosina, il monumento simbolo di Vigano, borgo la cui storia è legata a doppio filo a quella della Certosa di Pavia.

La dedicazione a Sant’Eugenio, vescovo e padre spirituale di Carlo Magno (742-814), tenace difensore del rito ambrosiano, rappresenta un utile elemento di datazione della parrocchiale, la cui origine non è documentata. Di probabile fondazione romanica, compare nella Notitia Cleri Mediolanensis de anno 1398, per la pieve di Rosate, assieme a Sant’Eugenio di Sporzano (“Capella S. Eugenii de Sporzano e Capella S. Eugenii de Vigano”); sempre nel XIV secolo alcuni atti notarili la citano come contigua al castello (castrum), trasformato in seguito dai monaci in un “ospizio”. Il 30 giugno 1400, infatti, il duca Gian Galeazzo Visconti dona ai certosini tutte le sue proprietà di Vigano, che, unite ad altri ingenti beni, producono rendite utili al mantenimento della comunità e alla fabbrica della Certosa.

Risalgono a fine Quattrocento i primi elementi circostanziati relativi alla chiesa: in un manoscritto della Biblioteca Nazionale Braidense (Milano), pertinente la storia della Certosa di Pavia, sono annotati i pagamenti per la sua “edificatione”, che studi più recenti hanno meglio riconosciuto in un ampliamento conservativo del modello spaziale precedente. Nel 1499, quindi, i monaci si fanno carico di interventi costruttivi che organizzano l’edificio secondo una pianta oggi descrivibile a croce latina, con tre absidi poligonali, a tre navate, con altezza e partizione decrescenti, ben percepibili nella facciata “solariana”. Un’ipotesi formulata da Giovanni Battista Sannazzaro (2008) ricostruirebbe la fronte della chiesa di S. Eugenio proprio secondo un disegno dei Solari per la Certosa di Pavia, databile a prima del 1473, supponendo uno schema architettonico ora non leggibile; prevedeva un portale più piccolo e la presenza ai lati, sotto i due tondi aperti in tempi successivi per illuminare l’interno, di due nicchie dipinte, inquadranti affreschi perduti di due santi forse vescovi. E’ il colto, aggiornato clima culturale della Certosa di Pavia a determinare anche la decorazione ad affresco della facciata, eseguita nel corso dell’inverno del 1511, oggi non più presente, oggetto di strappo nel 1966. Affidata a Bernardino de Rossi, un pittore formatosi in un contesto provinciale, documentato tra il 1484 e il 1514, molto attivo per i certosini e in ambienti pavesi, rivela, sotto il profilo stilistico, interessanti “cadenze cinquecentesche” e “marcate suggestioni leonardesche”, dimostrando, nelle scelte iconografiche, la precisa volontà dei monaci di affermare la loro presenza a Vigano, di occupare uno spazio economico, politico e religioso. Nel corso del XVI secolo molti sono i cambiamenti che investono la chiesa. Il primo, trainante tutti gli altri, è rappresentato dal trasferimento della sede parrocchiale da Sporzano a Vigano, reso ufficiale con atto del 12 dicembre 1573. Ciò stimola un lento processo innovativo che riguarderà in particolare gli arredi mobili, gli altari, il culto e i riti. Le ricerche storiche, ancora incomplete, hanno messo l’accento sull’altare del Rosario, al termine della navata destra, già dedicato alla Beata Vergine, e su quello alla fine della navata sinistra, prima intitolato ai Re Magi – a quanto si evince dalla documentazione – e dopo il 1610 consacrato a San Carlo Borromeo. In tali decenni sono verosimilmente collocabili gli affreschi della cappella maggiore: la Crocifissione, al centro, dietro l’altare, forse di epoca federiciana; il Padre Eterno e lo Spirito Santo, in alto sopra la finestra circolare, i quattro Evangelisti nelle lunette, San Giovanni Battista e Sant’Eugenio vescovo sulle pareti laterali, ritenuti tardo-cinquecenteschi e attribuiti con dubbio da Sandrina Bandera ad un “Maestro del Morimondese”. Va peraltro rimarcato che l’edificio sacro presentava altri dipinti murari oggi non più ravvisabili a causa degli interventi decorativi novecenteschi. Compiuti in epoche diverse, sono in parte ricostruibili attraverso la lettura delle visite pastorali e vicariali cinque-settecentesche. Recenti restauri (2010, a cura di Luigi Terrenghi), ancora in corso, hanno portato alla luce, in corrispondenza dell’altare della Beata Vergine del Rosario, due santi (S. Stefano e S. Sebastiano), databili intorno alla metà del XVI secolo, una Madonna con Bambino (navata sinistra) e un’ Adorazione dei Magi (altare maggiore), attualmente in fase di analisi.

Tra Sette e Ottocento gli studi hanno posto in rilievo opere relative alla pavimentazione (rifacimento del 1742), agli stalli corali, alla porta d’ingresso, alla parte terminale del campanile (1767 e 1774), all’organo (1844), mentre per il Novecento, o con funzione di responsabili dei restauri o della decorazione degli interni, è registrata la presenza dell’architetto Aristide Malinverni e del pittore “A. Albertazzi”, identificabile in Archimede Albertazzi. Più definito e ricco di argomenti il dibattito apertosi a fine Ottocento intorno alla tutela della facciata della chiesa di S. Eugenio e S. Maria, considerata da subito di “altissimo valore” e degna di essere annoverata fra le testimonianze “che più arricchiscono il patrimonio artistico della provincia milanese”.

Bibliografia

  1. Sant’Ambrogio, Gra. Car. Carpiano. Vigano-Certosino e Selvanesco, Milano, Calzolari e Ferrario, 1894
  2. Radaelli, Vigano Certosino, Vigano, Rotary Club Corsico Naviglio Grande, 19982
  3. Bentivoglio-Ravasio, L. Lodi, M. Mapelli, La Certosa di Pavia e il suo museo. Ultimi restauri e nuovi studi, Milano, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, 2008 (in particolare i saggi di S. Bandera e G. B. Sannazzaro)
  4. P.B. Piccone Conti (a cura di), Vigano Certosino. Un borgo nell’arte e nella storia, Busto Arsizio, Nomos Edizioni, 2010

Testo a cura di Paola Barbara Piccone Conti

 

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