l’edificio conserva solo in parte le spazialità della chiesa romanica a causa delle successive trasformazioni. L’esterno si presenta intonacato e tinteggiato. L’ingresso alla chiesa è preceduto da un atrio chiuso cui si accede attraverso un’ apertura trilobata, protetta da un cancello in ferro battuto. Ai lati di questo ingresso sono presenti due aperture ovali. Il portale attraverso il quale si accede alla chiesa, anch’esso in pietra di Sarnico, reca incise le date “ERAT 1051 – REFECTA 1776”; sopra di esso, pure in pietra, una cimasa di coronamento con scolpiti tre teschi. All’interno la chiesa si presenta a pianta rettangolare con un’unica navata, ripartita in due campate, corrispondente all’antica aula romanica. Il cielo della prima campata è decorato con affreschi raffiguranti viti colme di frutti e tondi con volti di Santi; mentre sulla volta a cupola della seconda campata, sopra il presbiterio, sono visibili due Martiri oranti con palme e Angeli festanti e nei timpani trovano posto i quattro Evangelisti. A decorare l’altare un trittico dorato le cui immagini rappresentano un “Ecce Homo” e i Santi Faustino e Giovita, sovrastati da una Madonna col Bambino. Dietro il presbiterio, in luogo dell’abside originaria, ha trovato posto il sacello dei Morti di Bondo, oltre il quale è posta la sacrestia. Il campanile, la cui struttura si ritiene di poco posteriore alla fase romanica, è posto a nord ed anche ad esso si accede attraverso il sacello posto dietro il presbiterio. L’altezza originaria e le peculiarità dell’antica chiesa si trovano ben evidenziate nella parete meridionale.
XII – gli ultimi restauri hanno portato alla luce consistenti porzioni delle murature e dell’abside originarie, nonchè il portale laterale d’ingresso, tutti elementi riferibili al XII secolo
1575 – nel Cinquecento le prime visite pastorali restituivano un quadro di avanzata decadenza: nel 1575 la chiesa non era più officiata e risultava adibita ad usi profani
1776 – nel 1776 il parroco Giovan Battista Corna decise di intervenire per restituire decoro all’edificio. Durante quei lavori in corrispondenza del presbiterio vennero rinvenute alcune sepolture. Nell’occasione si atterrò l’antica abside, si sopraelevarono i muri laterali e si riformò la facciata
1911 – nel 1911 gli interni furono completamente rinnovati con un ciclo decorativo ad opera del bresciano Giacomo Belotti, mentre si deve la pala d’altare a Pietro Cambianica. Durante le opere furono rinvenuti sulla parete nord alcuni affreschi di foggia quattrocentesca
1960 – il presbiterio venne delimitato da un gradino in marmo e furono collocati alcuni mosaici a disegni geometrici e fogliame, donati dal Rag. Giuseppe Faccanoni
2003 – tra il 2003 e il 2005 il parroco don Lorenzo Nava ha promosso il restauro complessivo della chiesa affidandone la direzione all’architetto GianMaria Labaa di Bergamo. I lavori che hanno valorizzato le decorazioni sono stati affidati all’opera del restauratore Amelio Micheli di Casazza. La pala d’altare opera di Pietro Cambianica è stata restaurata da Delfina Fagnani Sesti di Bergamo