Il Sentiero Verde dell’Oglio è tracciato lungo il corso di pianura del fiume lombardo, da Sarnico, allo sbocco del Lago d’Iseo, fino a Ostiano, laddove il Fiume Mella segna il confine tra le Provincie di Brescia e Cremona.
Lievemente incassato nella sua valle o sollevato per via dei materiali che porta nel suo letto e dunque, a un certo punto del suo cammino, contenuto negli argini, l’Oglio richiama un paesaggio di boschi, greti, isole sabbiose.
I campi stringono da vicino il fiume, completano il paesaggio quando, col divenire della buona stagione, variano le coltivazioni e si animano di filari alberati, di freschi canali irrigui, di grossi cascinali che sembrano essere lì da sempre.
L’ ambiente fluviale ha meritato una protezione speciale, ovvero l’istituzione del Parco regionale dell’Oglio Nord. Quest’area protetta, istituita con Legge Regionale nel 1988, si estende si sviluppa lungo il fiume Oglio per un tratto di più di 90 km, dal lago d’Iseo fino al fiume Mella. Il Parco ha un’estensione di 14.170 ettari e si sviluppa sul territorio di 34 comuni fra le province di Brescia, Bergamo e Cremona. All’interno del Parco ritroviamo molte aree importanti dal punto di vista naturalistico, che accrescono quindi l’importanza dell’istituzione dell’area protetta e il suo ruolo nella conservazione della biodiversità.
Il paesaggio fluviale cambia nello spazio e nel tempo, seguendo le stagioni. I terreni coltivati, con i campi geometrici, le cascine, i filari e la rete dei fossi e dei canali irrigui si alternano agli ambienti naturali con i boschi ripariali, ancora notevoli per estensione e qualità.
Durante le stagioni, la vitalità del fiume condiziona in maniera dirompente il paesaggio mutando la stessa geografia dei luoghi. Le lanche, dove prolifera la vegetazione palustre, sono un effetto della dinamica fluviale. L’Oglio riprende o abbandona il suo letto nel corso del tempo lasciando sempre una traccia.
Le derivazioni idrauliche, congegnate nei secoli dall’uomo, contano nel Parco sedici rogge, o ‘seriole’, delle quali nove sulla sponda bresciana e sette su quella bergamasca, ancora in uso.
Due realtà politiche – Brescia e Cremona – si sono a lungo fronteggiate sul confine dell’Oglio per rivendicare i diritti d’uso delle acque. Nel corso del Medioevo si fortificarono le opposte sponde con muniti castelli o con veri borghi militarizzati come Orzinuovi, attuale sede amministrativa del Parco, e Soncino.
Il percorso si sviluppa per circa 100 km e si affronta in sei tappe, in gran parte lungo il fiume da Sarnico a Borgo San Giacomo, poi prosegue prevalentemente in ambito rurale con alcuni attraversamenti negli abitati.
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L’itinerario segue strade campestri, utilizzate solo dai mezzi agricoli, ma entra anche nei boschi lungo tracce conosciute solo da qualche pescatore. Gli incontri con la natura sono sorprendenti, anche perché ci troviamo a pochi chilometri dalle più alte concentrazioni urbane d’Italia. Ma ciò che stupisce di più è il silenzio che accompagna i passi, silenzio che diventa lo stormire delle foglie agitate dal vento, il ticchettio di un picchio su un tronco, lo squittire di uno scoiattolo, il tramestio dell’acqua nei fossi.
Il percorso ha inizio dal ponte che collega Sarnico a Paratico, con affaccio sul bacino inferiore del Lago d’Iseo, dove il fiume alpino e prealpino diventa fiume di pianura, sino al Po. Da Paratico il cammino continua lungo la Seriola Fusia, roggia che in passato forniva energia idraulica alle fabbriche della zona, oltre che acqua per i campi.
L’ambiente naturale lungo la roggia si incontra con i viadotti autostradali, che vengono sottopassati per arrivare a Palazzolo sull’Oglio e chiudere la prima tappa.
Da Palazzolo il cammino continua, lungo le rogge, sino a Pontoglio, in una campagna che fu teatro di battaglie sanguinose. Sempre tra acqua, campi, cascine e boschi, si arriva a Urago d’Oglio, fine tappa.
Si ricomincia a camminare sempre su sentieri rurali, fino a Rudiano, e poi ancora campagna, polle sorgive, cascinali, lanche, boschi, fino a Orzinuovi, che si raggiunge utilizzando la pista ciclabile, dal santuario della Madonna dell’Oglio.
Il santuario è anche l’inizio della quarta tappa, che si sviluppa sulla sponda sinistra del fiume, tra boschi e riserve naturali boschive, fino a Villagana, piccolo abitato agricolo, e ad Acqualunga, interessante nucleo con due ville nobili, per finire a Quinzano d’Oglio, con la pieve romanica di S. Maria Assunta, del XII sec.
Nella quinta tappa la traccia pedonale segue ancora la ciclovia dell’Oglio, che alterna tratti su asfalto a tratti di sterrato. Sono i nuclei rurali ad attrarre l’attenzione, come Monticelli d’Oglio. Qui si ritorna sulla sponda del fiume, per attraversare il ponte e fare un breve tratto sulla sponda cremonese, toccando Monasterolo e Robecco d’Oglio, per poi chiudere la tappa a Pontevico.
Dopo una visita di Pontevico si riprende il cammino della sesta tappa, su un sentiero lontano dal fiume che si snoda tra le cascine. A Seniga si torna a vedere l’Oglio, si continua sino a Regona e poi al Ponte della Barca, struttura ciclo-pedonale che sostituisce uno storico ‘passo’ del fiume Mella. Entrati nella provincia di Cremona si chiude il cammino a Ostiano.
Il Sentiero Verde si copre anche in bicicletta mediante il parallelo percorso della Ciclovia dell’Oglio. Attenzione! Non in tutti i punti tappa sono garantiti gli alloggi.
Il sentiero Verde dell’Oglio si sviluppa su sentieri, strade campestri sterrate, tratti di strade asfaltate negli abitati.
Itinerario
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