La fronte preceduta da un ampio pronao delimitato ai lati da un muricciolo, risulta privo di rivestimento, animata da un semplice portale, oggi concluso superiormente da una piattabanda, al pari dei vuoti che lo affiancano, ma sormontato da una ghiera di mattoni a raggiera apparecchiati per disegnare un arco a sesto acuto appena accennato. Il paramento in muratura rustica si estende all’intero corpo di fabbrica, senza alcuna connessione decorativa. All’interno l’oratorio si presenta come un vano rettangolare, coperto da due volte a botte intercalate da un arcone a tutto sesto, poggianti su un cornicione che corre sui due lati. Sul fianco destro è aggregato un piccolo locale comunicante con l’esterno, coperto da travi lignee e illuminato da una luce rettangolare. Punto focale del programma decorativo che ornava in origine l’oratorio è il grande affresco cinquecentesco che domina la parete di fondo, appena sopra l’altare, che raffigura la Madonna con il Bambino, altrimenti noto con il titolo Madonna del Pilastrello, per la componente architettonica che ancora vi si legge. A fianco sul lato destro, è dipinta Santa Cristina, a sinistra San Mauro Vescovo.
1300 – Nel sec. XIV l’oratorio campaestre di San Mauro fu edificato dai monaci Benedettini, sulla strada che porta da Chignolo alla frazione Casottina, fu senz’altro un punto di riferimento ed un luogo di sosta per i pellegrini.
1583 – Il 14 maggio 1583 Mons. Ottavio Abbiate Foreri, delegato di San Carlo per la Visita pastorale, riferì di un “Oratorio della Madonna del Pilastro”, alludendo al bellissimo affresco ubicato sull’altare, che ritrae la Madonna col Bambino (sec. XVI). Denominato in seguito “San Mauro al Pilastrello”, l’Oratorio venne adibito, durante le pestilenze, a lazzaretto.
1928 – L’Oratorio ormai cadente, subì un intervento di ristrutturazione che comportò il consolidamento delle fondamenta e il rinnovo degli intonaci; al chignolese Luigi Cavallini fu affidata la decorazione pittorica.