La chiesa di Santo Stefano, capopieve almeno dal IX sec. e sino al 1969 e sede canonicale almeno dal XIII sec. (per alcuni, anzi, dal XI-XII sec.), sorge in posizione un poco incassata, al centro di un ampio piazzale ricavato sul fianco di una collina, piuttosto distante dall’abitato consolidato di Leggiuno. Il centro plebano antico è scomparso per successivi rimaneggiamenti ed è in attesa di studi sistematici e scavi che accertino esistenza, datazione e tipologia dell’edificio battesimale e la posizione della chiesa matrice, che sopravvisse come edificio autonomo sino ad oltre la metà del XVII sec. Rimane unicamente la possente torre campanaria che gli studi collocano all’XI sec. L’edificio attuale, invece, è frutto di una ricostruzione seicentesca delineata a sommi capi da Federico Borromeo al quale si deve il programma generale del “disegno della ristorazione della chiesa, et delle due cappelle laterali, et altre”, ossia, probabilmente, con tre cappelle aperte ai lati dell’aula unica. Il piano fu attuato secondo un progetto ancora anonimo tra il 1650 e il 1670, ma limitato a due cappelle par parte. Solo nel 1875 fu possibile completarne l’impianto a tre campate. In quell’occasione fu innalzata la nuova facciata, d’ispirazione classicheggiante, suddivisa in due ordini e coronata da frontone. L’interno è ampio e ulteriormente rischiarato dalla veste decorativa impressa nel 1937 dalla Scuola del Beato Angelico. L’aula unica è scandita in tre campate principali da archi a pieno centro che reggono una copertura con volta a botte; due campate minori delimitano l’invaso, una in facciata (dove è ricavato l’ingresso alla cantoria dell’organo), una prima dell’area presbiteriale. Il presbiterio, pure coperto con volta a botte, si chiude con un muro di fondo rettilineo. Le cappelle laterali di destra sono dedicate: a S. Carlo (prima entrando; il santo è raffigurato nell’atto di comunicare san Luigi Gonzaga); al Sacro Cuore, con reliquie di san Candido ispezionate nel 1936 (presunti teschio e ossa; un’ampolla con il sangue), con pala della Scuola del Beato Angelico, ma con pregevole ancona lignea, tra le poche testimonianze superstiti della chiesa seicentesca, risalente certamente alla seconda metà del XVII sec. se non addirittura ai primi anni del secolo successivo; al Crocifisso, dove va in scena una ricomposizione diacronica del consueto dialogo tra Crocifissione (sull’altare, con statue in gesso) e Deposizione, con statua lignea del Cristo di più antica fattura. Nelle cappelle laterali a sinistra si trovano: il fonte battesimale (manufatto del XVII sec. qui collocato in occasione del prolungamento della chiesa), l’altare di S. Giuseppe (dal 1875, in precedenza fonte battesimale; l’altare in marmo della ditta Caverzasi su disegno di Dino Reggiori) e l’altare dell’Immacolata.
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Sacro Monte di Varese – Le Cappelle ed il Santuario di Santa Maria del Monte ( VARESE)