la chiesa di Sant’Ilario è costituita da una pianta a navata unica con cappelle laterali ed incrocio con il transetto, presbiterio con tribune ed abside di chiusura.
Nell’aula dei fedeli, oltre al piccolo battistero si aprono le cappelle dedicate a Gesù Crocifisso e a San Bernardino che custodisce il crocifisso ligneo della chiesa precedente, probabilmente della fine del seicento.
A sinistra la cappella dedicata a Sant’Ilario.
Alle due estremità del transetto si trovano la cappella dedicata alla Madonna del Monte Carmelo e a San Giuseppe.
La navata è scandita, lungo le pareti, da lesene accoppiate sormontate da fasce marcapiano con cornicione, da cui ripartono i costoloni della volte a botte alternate da volte a botte lunettate.
Il transetto è coperto centralmente da una cupola con lanterna, il presbiterio da volta a botte lunettata, l’abside a semi cupola.
Alle spalle dell’altare troviamo l’organo con il coro ligneo illuminato dalle due vetrati absidali.
Tutto il paramento murario è affrescato e decorato.
A destra e a sinistra dell’altare maggiore appaiono due affreschi opera del pittore cremasco Angelo Bacchetta raffiguranti la disputa di Sant’Ilario con i vescovi ariani ed il ritorno di Sant’Ilario dall’esilio.
Altri due dipinti sono visibili poco prima del transetto, a sinistra Santa Maria Margherita e a destra ancora una raffigurazione di Sant’Ilario con un trattato teologico.
La facciata, semplice ma elegante, è scandita da quattro lesene, due ad angolo e due a delimitazione della porzione centrale con la porta d’ingresso, la croce con bordi in rilievo e la finestra semicircolare. Sopra le lesene la trabeazione con la titolazione del tempio e il timpano con croce in ferro.
Tutta la facciata, ad eccezione del timpano, è rivestita in pietra di colore chiaro.
Sulla sinistra il campanile in cemento bugnato
1443 – nella prima metà del ‘400, viene eretta una chiesa a servizio dei residenti, per lo più massari delle monache di San Bernardino, la cui casa madre era a Milano. Altre notizie, relativamente all’esistenza della chiesa, si attingono dalle visite pastorali del 1596 del card. Federico Borromeo e da quella del 1621, dove si fa riferimento all’Oratorio della Beata Vergine
1761 – durante la visita pastorale del card. Pozzobonelli, il 17 aprile, esistono due oratori: uno dedicato alla Natività della Vergine, molto antico e un altro di costruzione più recente, posto sotto l’invocazione di Sant’Ilario
1853 – grazie alla generosità e al legato di un ricco possidente locale, il Sig. Pietro Lucchini, l’antico oratorio lascia il posto ad un nuovo e più dignitoso edificio
1853 – grazie alla generosità e al legato di un ricco possidente locale, il Sig. Pietro Lucchini, l’antico oratorio lascia il posto ad un nuovo e più dignitoso edificio. L’architetto milanese Alfonso Perrucchetti decide di mantenere la parte dedicata ai fedeli e di ampliare la stessa sul retro demolendo e spostando l’altare maggiore e costruendo un transetto con cupola all’incrocio con la navata antica ed un nuovo presbiterio con abside circolare. La parte più recente viene costruita nel 1877 su voluta dal Perrucchetti come prosecuzione letteraria della vecchia chiesina
1898 – la chiesa viene abbellita da vari dipinti, tra cui quelli del pittore Bacchetta che raffigurano scene della vita di Sant’Ilario