La piccola chiesa, era originariamente legata alla residenza Mola, poco distante; venduta la proprietà nel 1938 la chiesa diventa luogo di culto del villaggio operaio realizzato poco dopo grazie all’interesse del suo fondatore Roberto Ferrari.
Piccola cappella campestre con struttura a capanna, è dotata di sagrato antistante protetto da balaustra in pietra continua; denota una lineare facciata con portale centrale in marmo e affiancato da basse aperture protette da inferriate. All’interno presenta un’unica navata con volta a botte decorata. Il presbiterio, rialzato è separata da balaustra marmorea presenta al centro l’altare maggiore con disposizione liturgica precedente alla riforma del Concilio Vaticano II; posteriormente all’altare è presente un fondale piano, dove è ricavato un piccolo vano in uso come sacrestia.
XIX – La chiesa esistente dedicata a S. Antonio, è legata alla proprietà di una villa della famiglia Mola realizzata poco distante.
1938 – La chiesa e tutta la proprietà viene venduta da Giulia Mola alla famiglia Ferrari per realizzare un villaggio operario per i dipendenti del calzificio Ferrari Roberto. Tale chiesa verrà mantenuta e ristrtturata per essere messa a servizio della comunità operaia del villaggio.
1938 – La piccola chiesa viene restaurata.
1954 – Con la chiusura del calzificio Ferrari, vi fu un esodo di molti abitanti del villaggio Ferrari, denotando la decandeza anche del piccolo luogo di culto.
1989 – La chiesa viene restaurata e officinata periodicamente per gli abitanti del quartiere.
XVI – La costruzione della chiesa è legata alla costruzione del palazzo Mola, nel XVI- XVII secolo.