Il complesso parrocchiale della chiesa di Sant’Antonio da Padova si erige parallelo alla strada privata che conduce all’accesso della chiesa, della cappella jemale, della casa parrocchiale e dell’oratorio.
L’ingresso allo spazio antistante il complesso avviene dalla via principale attraverso una recinzione bassa che permette solo il passaggio pedonale e un cancello basso che permette l’ingresso carrabile.
Il volume della chiesa è inglobato all’interno della struttura architettonica del centro parrocchiale e collocato nell’angolo sud-ovest del lotto in cui è edificato.
Il progetto degli architetti Carlo Bossi e Goffredo Boschetti, presenta una struttura architettonica semplice che la accomuna ad altri edifici sacri della diocesi milanese, costruiti negli anni 70 del secolo breve, e si inserisce nel filone delle architetture sacre in serie.
La scelta della diocesi milanese di avviare processi costruttivi di edifici di culto in serie, fu guidato anche dalle limitate risorse e disponibilità economiche che le parrocchie del territorio avevano.
La chiesa di Sant’Antonio da Padova venne edificata tra il 1977 e il 1979 quando si presentò la necessità di un edifico religioso parrocchiale per un territorio residenziale in espansione, il quartiere Garbogera – Mombello di Limbiate è collocato nella parte nord dell’attuale territorio comunale.
La chiesa ha un’architettura semplice compatta, una composizione di bassi parallelepipedi, che si sviluppano con una forma planimetrica rettangolare, disposti nel lotto in cui sono collocati in modo lineare e collegati tra di loro.
Il volume della chiesa corrispondente con la planimetria rettangolare dell’aula assembleare, si sviluppa longitudinalmente con ingresso e abside lungo i lati minori.
Sotto l’aula liturgica sono stati ricavati alcuni locali parrocchiali e un salone che si affacciano su un cortile ribassato rispetto al piano stradale.
Il corpo della casa parrocchiale si attesta a nord ed è saldato all’edificio di culto con un padiglione vetrato che funge da atrio per entrambi gli edifici.
A sud dell’aula liturgica è stata edificata in aggiunta la cappella jemale.
Il manufatto architettonico si attesta su di un’area pedonale con aree a verde: uno spazio assimilabile al sagrato.
A est e a nord della chiesa trovano spazio le strutture dell’oratorio e delle attività sportive, mentre a ovest si trova l’area pedonale che funge da sagrato.
L’edificio di culto ha una pianta rettangolare con il lato corto parallelo all’andamento stradale.
La facciata principale, posta ad est, è definita dalla presenza di un portico aggettante, in cui trova spazio il portone principale e da un secondo portale d’accesso, alla cappella jemale.
Lungo i fianchi del corpo di fabbrica che ospita l’aula liturgica sono collocati due terrazzi coperti dalla sporgenza della falda a capanna della copertura.
La semplicità e la povertà del progetto di partenza, così come l’essenzialità dei materiali impiegati: muratura con intonaci semplicemente tinteggiati in colore bianco, sono ripresi nella struttura architettonica dell’aggiunta del volume architettonico della cappella jemale.
Massicce travature lignee sostengono la copertura e ritmano la suddivisione dello spazio interno caratterizzando l’aula liturgica: un ampio spazio luminoso, in cui le vetrate creano un percorso all’interno e in cui un gioco di livelli definisce la zona presbiterale.
La parte della copertura coincidente con l’area dell’altare, è caratterizzata da un lucernario quadrato che permette l’illuminazione zenitale dell’altare.
La zona del presbiterio è collocata lungo il lato corto del rettangolo che definisce l’aula liturgica al centro si trova l’altare opera dello scultore Roberto Aloi (1897-1981), che realizzò anche il tabernacolo, l’ambone, la seduta.
Alla destra del presbiterio, è collocato il fonte battesimale (opera dello scultore Roberto Aloi) in uno spazio identificato da una grande vetrata policroma, attraverso la quale si accede alla cappella jemale.