La parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice nella frazione Ponte è l’ultima ad essere sorta nel comune di Laveno-Mombello; conta circa 2900 abitanti ed è situata, territorialmente, nella parte centrale del territorio comunale.
L’attuale chiesa è frutto di un progetto dell’ingegnere Edmondo Bonito avviato nel 1930, ma ampiamente disatteso in corso d’opera.
Il progettista, infatti, prevedeva un più ampio tempio dotato campanile e di transetto, con cappelle semicircolari alle testate e imponente cupola estradossata di coronamento, sollevata su un alto tamburo percorso da trifore, sulla falsariga di molti esempi, non ultimo la basilica di Sant’Agostino a Milano.
L’idea di un nuovo tempio muoveva dalla necessità di garantire alla frazione, in crescita in quegli anni per l’insediamento e l’accrescimento di stabilimenti destinati alla produzione della ceramica, per articolazione di una lunga tradizione locale (ceramiche di Laveno), un luogo di culto e una parrocchia autonoma.
Gli sforzi furono premiati nel 1948-1950, quando si completò il processo di autonomia parrocchiale per distacco da Mombello.
Come in altri casi in ambito ravvicinato (Besozzo Inferiore, loc. Ponte; Luino, frazione Creva; Ternate), e per discendenza da ben noti esempi di villaggi operai cresciuti secondo piani più o meno organici, anche a Ponte la linea prescelta da progettista e, probabilmente, committenza, fu quella di un adeguamento estetico ad una matrice medievale di varia estrazione, consolatoria sia sul piano urbanistico, sia su quello identitario.
La chiesa, infatti, si presenta con una facciata centrata da rosone e intessuta di formelle in cotto che rivestono il cornicione di coronamento e la svelta cupola centrale. Il tema della guglia centrale si ripete sul portichetto inferiore, che precede l’ingresso.
Il cornicione, sorretto su una galleria di archatelle in laterizio, fascia anche i fianchi della costruzione e rappresenta l’esito estremo di una tradizione lombarda che aveva conosciuto, dalla metà del XIX sec., nuovo impulso.
L’interno si articola in tre navate, assai vasta quella centrale, contratte le gallerie laterali.
Scomparsa la matrice gotica dell’esterno, le navate sono separate da pilastri cui sono addossate semicolonne con capitello corinzio; tutti gli archi (tra le navate e a sorreggere le volte) sono a pieno centro.
Domina, sul fondo, nella nicchia absidale a profilo rettilineo, un altare maggiore a parete che recupera nuovamente modelli romanici sedimentati nella memoria collettiva.
Nel cleristorio, tra le volte, corre una teoria di alte bifore. Dal 1949, la chiesa si orna di un busto in bronzo del parroco don Ernesto Redaelli, fautore dell’impresa. In seguito, la chiesa è stata arricchita con diverse opere di artisti legati a Laveno, tra cui Mario Aubel.
La festa parrocchiale, in occasione della ricorrenza liturgica di Maria Ausiliatrice, il 24 maggio, è particolarmente sentita dalla comunità.
1930 – L’esigenza di una nuova chiesa e di una realtà spirituale autonoma dalle blasonate parrocchie di Laveno e Mombello e utile a soddisfare le esigenze del popoloso e industre rione Ponte (opifici di ceramica) riuscì a prendere corpo solamente nel 1930: a luglio l’ingegnere Edmondo Bonito consegnò il progetto del nuovo tempio; il 25 settembre, alla presenza del card. Ildefonso Schuster, fu posata la prima pietra. Già da decenni, tuttavia, si lavorava all’idea, tanto che nel 1898 (6 settembre) un benefattore, Armando Gheller, aveva acquisito il terreno riservandolo alla futura costruzione. Anche l’impalcato devozionale era stato stabilito da tempo. Don Ernesto Redaelli, fautore dell’iniziativa, aveva infatti compiuto alcuni pellegrinaggi alla chiesa di Maria Ausiliatrice fondata da don Bosco a Torino ricavandone forse, oltre a stima e devozione mariana crescente, spunti per un’articolazione generale del nascente complesso parrocchiale.
1930 – Il cantiere fu portato avanti “ in mezzo a difficoltà enormi […] vero miracolo di attività, pazienza e sacrificio”. Nel 1948 l’edificio era pronto, sussidio fondamentale per il cammino verso una realtà parrocchiale autonoma. Il 1° dicembre di quell’anno il cardinale Schuster eresse la chiesa in parrocchia; nel 1949 ne delineò i confini per distacco da quella di Mombello; infine, il 29 giugno 1950, con proprio decreto, lo stesso arcivescovo istituì ufficialmente la parrocchia di Parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice. La chiesa fu consacrata il 26 giugno 1974 dal cardinale arcivescovo Giovanni Colombo.