La chiesa fu costruita per dotare il piccolo abitato di Reno, adagiato in una conca del Verbano aperta alla vista del bacino delle Isole Borromee, di un luogo di culto “tanto più necessario”, come recitarono le cronache dell’epoca, “nella stagione estiva, allorquando la popolazione dei numerosissimi villeggianti si aggiunge alla popolazione locale”. Il cantiere fu avviato nel 1934 e concluso entro il 1945 ed è frutto di un progetto giovanile dell’architetto Ferdinando Reggiori che pare essersi ispirato, soprattutto, alla rilettura della classicità operata da Giovanni Muzio, come è ben evidente nella successione geometrica delle aperture che caratterizzano la semplice facciata a capanna: una grande e profonda nicchia a tutto sesto e a doppia altezza che include, al piano terreno, un portale trilitico entro il quale è ricavato l’accesso alla chiesa. L’interno si sviluppa secondo una pianta rettangolare appena scandita, lungo le pareti laterali, da larghe e piatte lesene che simulano una suddivisione in quattro campate. Le lesene centrali reggono ciascuna un doppio architrave orizzontale che regge la copertura piana dell’aula maggiore. La parete opposta all’ingresso è disegnata da tre nicchie: le due laterali minori ospitano gli ingressi per la sacrestia e i vani secondari; la maggiore si apre sul presbiterio rettangolare. Quattro grandi finestre ad arco, in alto sulle pareti laterali, garantiscono un’ampia illuminazione dello spazio interno. Tutte le pareti, il presbiterio e il soffitto sono ricoperti da una ricca decorazione affrescata affidata alla Scuola del Beato Angelico che conferisce al piccolo luogo di culto di Reno un’impronta peculiare.
1934 – I lavori per dotare la piccola frazione di Reno di un luogo di culto, sino ad allora inesistente nella località, iniziarono il 9 aprile 1934 grazie alla “tenace volontà” del prevosto di Leggiuno, don Antonio Masciocchi, e alle numerose donazioni raccolte. Il progetto era stato affidato all’architetto Ferdinando Reggiori, in quegli anni impegnato nei primi studi attorno al S. Primo di Leggiuno; le opere erano state appaltate all’impresa Poletti. Nel giugno 1934 furono completati i muri, così da accogliere il card. Ildefonso Schuster in visita al cantiere. Entro la fine dell’estate l’edificio era agibile. Il 10 settembre il prevosto celebrò il primo rito all’altare maggiore, disegnato dall’architetto Reggiori e realizzato dalla ditta Domenico Caverzasi di Arcisate (nel 1928 già ingaggiata per l’altare di S. Giuseppe nella prepositurale di S. Stefano a Leggiuno) “completamente in serizzo” con “sulla fronte tre croci a grande rilievo, il Calvario”.
1945 – Nel settembre 1934 la chiesetta era “al rustico”, in attesa di “ricevere all’esterno un intonaco colorato ed all’interno un po’ di decorazione”. Nel volgere degli anni, raccolte cifre sufficienti, l’atteso ciclo di affreschi interni fu affidato alla Scuola del Beato Angelico di Milano. l fondi raccolti permisero, anzi, di costruire un campanile, non contemplato nel programma originario. Il 5 agosto 1945 il piccolo tempio era definitivamente terminato e pronto per essere consacrato dal card. Ildefonso Schuster.
2006 – La decorazione pittorica della chiesa sussidiaria di Santa Maria Assunta a Reno fu interessata da un intervento di restauro conservativo nel 2006.