Chiesa di San Vito (Verolavecchia)

Diocesi di Brescia - chiesa sussidiaria - Lombardia

Verolavecchia - BS - 25029

030/931273

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XVI – La chiesa fu costruita a nella prima metà del XVI secolo. Sull’architrave della porta meridionale si trova scolpita la data MDXXI che corrisponderebbe alla data di conclusione delle opere murarie.
XVI – Negli atti della visita Bollani del 1563 la chiesa risulta mal tenuta e senza dote. Il visitatore esorta i fedeli a ridurla ad una santellina e a usare il materiale ricavato dalla demolizione per il completamento della chiesa parrocchiale. La visita di S. Carlo Borromeo del 1580 annota che la chiesetta è “un oratorio vetusto e incongruo. Ha un solo altare e vi si celebra il giorno della festa”. Un mattone con iscrizione, collocato nel muro sterno sotto il portico dell’abitazione del custode, testimonia che dopo la visita apostolica la chiesa viene restaurata “DEL 1580 ADI/10 MAGIO FU/RESTAURATO S. VITO/”.
XVII – La visita Morosini del 1647 registra la presenza di due altari: il maggiore e quello della Madonna
XXI – Intorno al 2005 sono state eseguite diverse lavorazioni per il restauro dell’immobile: nella chiesa, rifacimento degli intonaci, realizzazione di pavimento areato nell’aula, rifacimento del manto di copertura, restauro delle decorazioni nell’orditura lignea della copertura; nel campanile, restauro delle superfici esterne, aggiunta di due campane.
XX – Nel 1963, in onore di Papa Paolo VI, la chiesa veniva di nuovo restaurata. Si demolì l’altare laterale con la relativa cappella che entrava nel cimitero. Il vecchio altare maggiore in mattoni veniva sostituito con un paliotto settecentesco in marmo, proveniente da Cremezzano.