Chiesa di San Remigio (Endine Gaiano)

Diocesi di Bergamo - chiesa sussidiaria - Lombardia

Endine Gaiano - via San Remigio - BG - 24060

035/825004

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XV – Secondo un’antica tradizione, la chiesa dedicata al santo vescovo francese Remigio, fu fondata ed eretta (di cui si triva menzione in un rogito notarile del 1398), da uno dei monaci benedettini di San Paolo d’Argon, allora dipendente dall’abbazia di Cluny.

1535 – In atti della visita pastorale del 1535 è menzionata come chiesa campestre e senza reddito.
1575 – All’epoca della visita di S. Carlo Borromeo, questa piccola chiesa “era lunga e larga passi nove”, aveva quattro altari e l’altare maggiore era contenuto in una cappella voltata, il fronte non era chiuso da parete ma da un’inferriata. Il tetto minacciava di cadere e la pioggia si infiltrava danneggiando le pareti. Si dava ordine di intervenire quanto prima, di chiudere il davanti con un muro entro sei mesi, di togliere l’altare maggiore e di non celebrarvi più la messa.
1614 – il vescovo Emo ordinò di collocare una pietra sacra, di restaurare la porta del campanile e di dotarla di paramenti necessari per la celebrazione della messa
1703 – La chiesa di S. Remigio venne abbandonata nel XVII secolo perché pesantemente rovinata dalle acque del vicino torrente. Nel 1630 Endine fu preservata dalla peste ed in memoria della grazia ricevuta, la popolazione volle riedificare la chiesa. Nella visita pastorale del 1703, si legge che la chiesa di S. Remigio doveva essere ricostruita, tant’è che si disponeva, non appena ricostruita di porre alle finestre delle tende di lino e di dotare la sagrestia di un lavabo per i sacerdoti. Nel 1711, l’arciprete Antonio Gallo scriveva: “quest’oratorio fu poi innalzato sopra fandomenti antichi ed ora è stato ampliato dalla pietà di questo popolo”.
1850 – venne aggiunto l’attuale porticato a tre arcate, aperto sui lati
1935 – vennero effettuate opere di restauro ed interventi di consolidamento alla struttura
1982 – vengono effettuati lavori di manutenzione
2010 – viene rifatto il manto di copertura, realizzata un’intercapedine e un vespaio per l’eliminazione dell’umidità e dell’acqua di risalita; vengono restaurati gli intonaci e gli elementi lapidei. In occasione di questi lavori viene sostituito l’impianto di riscaldamento con la posa di pannelli radianti a pavimento.

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