La chiesa, con orientamento sud-nord, si trova all’incrocio tra due vie pubbliche, rialzata rispetto al piano stradale tramite due gradini in cemento che formano un piccolo sagrato. Esternamente la chiesa è intonacata e tinteggiata e presenta una zoccolatura continua in muratura con intonaco strollato.
Sulla facciata principale troviamo solo due aperture: il portone d’ingresso e una piccola finestra superiore di forma romboidale. Al di sopra della porta è posto un bassorilievo raffigurante San Michele con la spada.
Internamente la chiesa è costituita da un’unica aula a pianta rettangolare, senza cappelle laterali.
Il presbiterio, anch’esso quadrangolare, è rialzato rispetto l’aula.
Sul retro del presbiterio, all’interno dell’abside semicircolare si trova la piccola sacrestia, sormontata da una volta a catino.
La pavimentazione dell’aula, come quella del presbiterio è realizzata in graniglia.
XIII – Non si hanno notizie sicure riguardante la data di costruzione della chiesa. Si ipotizza risalga all’epoca longobarda, grazie alla dedicazione a San Michele Arcangelo, patrono caro ai militari longobardi. Si hanno infatti testimonianze della presenza di un’arimannia longobarda nella vicina Beolco.
Situata sul confine tra la Pieve di Missaglia e quella di Brivio, si ipotizza sia la chiesa di Pianezzo descritta nell’elenco duecentesco di Goffredo da Bussero come appartenente alla pieve di Missaglia, parte del comune di Cernusco Lombardone.
La tesi è accreditata anche dal fatto che la famiglia dei Cernusci, nel ‘500 era proprietaria di numerosi immobili a Pianezzo.
1568 – Un documento del 1568 parla di lavori presso una piccola chiesa già dedicata a S. Michele Arcangelo, con un Legato.
Nella relazione di Visita di San Carlo Borromeo, risalente al 1571, l’edificio viene descritto come fatiscente, senza copertura e senza altare.
Da cronache delle successive visite pastorali si desume che la chiesa rimase diroccata fino al 1597.
La chiesa fu completamente ricostruita, probabilmente da Polidoro Calco. Si ipotizza come data di ricostruzione il 1598, data riscontrata sull’affresco della Passione ancora esistente al di sotto della pala d’altare.
Polidoro Calco era cavaliere serenissimo del Duca di Baviera, Massimiliano I.
1610 – Un documento di archivio risalente al 1610 attesta che il cardinale Federigo Borromeo visita la chiesa. In questo documento viene descritta la nuova tela rappresentante la crocifissione con i santi, al posto dell’antico affresco.
2005 – Nel marzo 2005 la tela della Crocefissione sopra l’altare viene tolta e restaurata.