La chiesa, con orientamento est-ovest, edificata su una piccola altura è raggiungibile tramite la strada principale cui si accede al piccolo sagrato antistante la facciata, delimitato da un terrapieno. La facciata intonacata presenta un portale d’ingresso con cornici e timpano in serizzo ghiandone, affiancato da due aperture quadrangolari con cornici in serizzo. Superiormente è presente una serliana e la facciata è conclusa da una semplice cornice sottogronda. Sul fianco meridionale è addossato l’edificio che anticamente costituiva la casa parrocchiale mentre sul fianco settentrionale si distinguono il corpo della sacrestia e una cappella dedicata alla Madonna di Lourdes, anch’essi addossati. Tra l’abside e l’antica casa parrocchiale è la torre campanaria in pietra locale a vista con cuspide conica.
L’interno si sviluppa con un’aula ad unica navata, scandita in tre campate da lesene con due cappelle laterali dedicate rispettivamente a Sant’Antonio da Padova a destra e a San Carlo Borromeo a sinistra. Il presbiterio, delimitato da un gradino e due balaustre, presenta l’altare in marmi policromi, addossato alla parete di fondo, che conserva le tavole di un polittico attribuito al Bergognone, con pale raffigurati San Giovanni Battista, San Michele Arcangelo e Cristo con gli apostoli nella predella, oltre alla pala centrale con la raffigurazione della Madonna con Bambino, quest’ultima opera di Andrea Appiani.
XIII – Il primo documento che testimonia l’esistenza della chiesa di San Michele è il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, redatto verso la fine del XIII secolo, anche se la costruzione è probabilmente più antica.
1567 – Nella relazione della visita pastorale del 1567 del Gesuita Leonetto Schiavone, delegato arcivescovile, la chiesa allora parrocchiale viene descritta senza campanile, con manto di copertura in pietra e con tre altari, con la casa parrocchiale posta a fianco ed il cimitero situato davanti alla facciata. Successivamente, nel 1570, San Carlo Borromeo nel corso della visita descrive anch’esso la chiesa e definisce delle prescrizioni per la costruzione di un battistero e per la sistemazione degli altari.
1574 – Vengono ultimate nel 1574 alcune opere di restauro secondo le prescrizioni di San Carlo con la costruzione del battistero posizionato a sinistra dell’ingresso. Successivamente viene completata la sacrestia, a partire dal 1576 fino al 1579.
Nel 1591 viene ristrutturato l’altare dedicato alla Vergine.
1664 – In occasione della visita del Vicario Giovanni Biffi del 1664 viene annotato che è stato demolito l’altare dedicato a S. Fedele perché ritenuto inadeguato ed è in costruzione il campanile. Nel 1671 viene ampliato il presbiterio e allungata la navata, con la costruzione della volta interna. Venne inoltre modificata la facciata con la formazione della serliana centrale e la sistemazione del portale con timpano in pietra.
1752 – Nella visita del 1752 del Cardinale Pozzobonelli viene descritta la chiesa con la presenza di tre altari dedicati rispettivamente alla Beata Vergine e a San Michele quello maggiore e alla Madonna del Rosario e a San Fedele i due laterali, di un pulpito, di una acquasantiera e di due sepolcri, uno comune e uno della famiglia Vicini. Contestualmente il Cardinale vietò la celebrazione sull’altare maggiore per dubbi sull’effettiva consacrazione dello stesso. A seguito della visita venne rinnovato l’altare maggiore, realizzato nel 1755 in marmo in sostituzione della struttura lignea, mantenendo il polittico, poi benedetto nel 1756.
1800 – Nei primi anni dell’800 la chiesa si arricchì di opere pittoriche come la pala della Madonna con Bambino dell’altare maggiore, opera di Andrea Appiani donata da Giuseppe Antonio Gianorini.
Essendo la chiesa troppo piccola per le esigenze di culto, si diede avvio nel 1828 alla costruzione di una nuova parrocchiale in un altro luogo e la chiesa divenne sussidiaria.
Nel 1853 venne donata da Gaetano Gianorini, canonico del duomo di Milano, la pala raffigurante S. Carlo in preghiera.
1912 – Nel 1912 vennero eseguiti interventi di restauro della chiesa con la formazione dell’affresco in corrispondenza della parete di fondo dell’abside, opera del pittore Paolo Pizzi. A partire dal 1960 vennero eseguite opere di restauro e rifacimento sia delle coperture che degli interni con la posa della pavimentazione in marmette decorate.