La chiesa, concepita per ospitare il nuovo cimitero del paese, presenta una struttura esterna in pietra locale a vista, mossa da lesene che marcano le campate del presbiterio. La copertura è in pietra a due falde per navata e presbiterio e a tre falde per il portico e la sacrestia. Il portico ha pianta rettangolare e superiormente alla porta di accesso alla navata è il grande affresco raffigurante la “Risurrezione dei credenti”. Le pareti, sia interne che esterne, ospitano le lapidi più antiche conservate nel cimitero di Barzio. La copertura è in travi a vista, il pavimento in pietra e si notano le tre moderne botole in pietra che danno accesso al sottostante ossario. La navata, due campate divise da lesene, presenta nella parete sud due nicchie perlinate, di larghezza pari a quella delle campate; nella parete nord sono stati ricavati i colombari per i sacerdoti, uno dei quali ospita un moderno confessionale. La copertura è in volta a botte unghiata con elementi decorativi al centro della campate. La controfacciata ospita l’unica porta di accesso affiancata da una piccola acquasantiera a conchiglia in marmo nero di Varenna e due finestrelle che si affacciano sul portico. Il presbiterio è introdotto da due scalini in pietra e due piedritti decorati con la raffigurazione di un candelabro ed una croce poggianti su due libri per lato. La cupola è decorata con il Padre Eterno nei cieli che regge il mondo, attorniato da cinque putti.
1807 – La chiesa fu realizzata per ospitare il nuovo cimitero, che per legge doveva essere spostato dal centro abitato. Venne benedetta nel 1814.
1816 – Nel 1816 fu aggiunto il campanile a vela sulla falda meridionale del tetto, con una campana appositamente fusa a Lubiana.
1910 – Venne posata la pavimentazione a piastrelle.
1930 – L’edificio non fu interessato da lavori apprezzabili fino al 1930, quando fu restaurato negli esterni e negli interni per onorare la Madonna di Lourdes, che aveva miracolato una donna barziese ritenuta inguaribile.
1970 – L’impianto decorativo della chiesa, opera di Alessandro Colombo, venne realizzato nel corso degli anni settanta del novecento.