L’edificio, risulta solo in parte sopraelevato rispetto il piano stradale, è preceduto da un sagrato, a cui si accede tramite una breve scalinata. La facciata è ripartita da lesene ed è conclusa da un timpano. Un piccolo campanile si innesta sulla falda destra del tetto.
Entrando dall’ingresso principale (un’altra porta è situata all’altezza della seconda campata) si trova alla sua destra, appesa sulla controfacciata, una tela raffigurante San Carlo e un santo vescovo al cospetto della Trinità e della Vergine. Spostandosi nel presbiterio, non molti anni fa è riemersa, sotto uno strato di intonaco, una Crocifissione, affresco gravemente danneggiato, attribuito da alcuni studiosi alla scuola luinesca, da altri a Giovanni Andrea De Magistris. È un episodio molto affollato: Gesù crocifisso è raffigurato in mezzo ai due ladroni; ai piedi della sua croce la Vergine svenuta è sorretta dalle pie donne, mentre la Maddalena prega inginocchiata; sullo sfondo, una schiera di soldati accompagna, lungo il Calvario, Gesù che porta la croce: quindi, sono rappresentati due momenti diversi della Passione. Sulla stessa parete in cui è stata aperta la porta per la sacrestia, è conservata una tela con il Martirio di sant’Eurosia (santa originaria della Spagna, il cui culto si diffuse durante la dominazione spagnola). Altro elemento da notare nell’area presbiterale è l’altare in scagliola, la cui realizzazione deve essere attribuita ad un artista della Val d’Intelvi, patria dei maestri di questo tipo di lavorazione. Tornando nell’aula si può accedere alla cappella, il cui spazio è quasi interamente occupato dall’altare di cui è già stato fatto cenno poco sopra: si tratta di un altare istoriato, completamente ricoperto da affreschi. Il lato rivolto verso l’interno dell’edificio raffigura nella parte alta Cristo risorto con la Madonna e gli angeli musicanti, mentre nella parte bassa la Madonna in adorazione del Bambino con i santi Rocco e Sebastiano. Questi affreschi, che hanno subìto diversi ritocchi, sono stati attribuiti a Giovanni Andrea De Magistris da Luisa Giordano, la quale li ha comparati con i dipinti di San Pietro ad Albese con Cassano e di San Fedele a Como, riscontrando delle analogie. Anche per i restanti dipinti è stato fatto il nome dei De Magistris, in questo caso aiutato probabilmente dal figlio Sigismondo.
La decorazione degli altri lati dell’altare è divisa in due fasce. In quella inferiore sono rappresentati: la Sacra Famiglia(ripresa durante le faccende quotidiane: Maria sta cucendo, mentre Giuseppe sta lavorando con la legna; sullo sfondo si vedono il bue, l’asino e un altro personaggio intento ad accendere il camino); Gesù tra i dottori (con la Vergine e san Giuseppe sulla sinistra che sono appena entrati nel tempio); le Nozze di Cana (con alcuni personaggi seduti al tavolo, tra cui Gesù, ed altri impegnati a servire) e la Strage degli innocenti (Erode assiste all’episodio dal balcone del suo palazzo). In quella superiore invece sono raffigurati: la Visitazione (Maria incontra Elisabetta davanti ad una grande costruzione dalla quale si affacciano diverse figure); l’Adorazione dei Magi (scena classica con Gesù in braccio alla Madonna che benedice il re inginocchiato); la Presentazione al tempio (episodio affollato: oltre alla Sacra Famiglia e a Simeone, compaiono altri personaggi, tra cui un’ancella che tiene in mano tre colombe) e la Fuga in Egitto (Gesù, Maria e Giuseppe sono guidati nel loro viaggio da un angelo). Sul lato posteriore, un riquadro ricorda il 23 giugno 1510 come il giorno in cui la Madonna cominciò a manifestarsi attraverso miracoli.
XIII – Non si conosce con esattezza l’epoca di costruzione della chiesa. Sicuramente esisteva nel XIII secolo, come altre chiese di Eupilio citate nel Liber Sanctorum Mediolani attribuito a Goffredo da Bussero.