La chiesa ha impianto a croce latina, a unica navata con cappelle laterali e transetto.
Il presbiterio si sviluppa in profondità e termina con l’abside; ai suoi lati si affiancano sacrestia e spazi di servizio.
L’aula è voltata, con ampie finestre termali nelle unghie.
La facciata è tripartita da leggere paraste, sormontata da volute laterali e timpano mistilineo con statue in sommità.
L’ingresso principale è evidenziato dal protiro su colonne.
XII – La pieve viene nominata per la prima volta tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani e baricentrata sul praepositus e sul collegio canonicale; importante per dipendenze e ricca per possessi agricoli. Unico resto architettonico visibile dell’antica chiesa medioevale è il campanile, oggi tronco e murato nell’attuale fianco sinistro. Ha una struttura a mattoni (e frequenti riusi lapidei) con archetti decorativi.
1714 – Nella prima metà del Settecento vi furono interventi a edifici del complesso, quali la parte più antica dell’odierna canonica e la scuderia con colonne; vennero arricchiti il tesoro sacro e la quadreria, e la realizzazione della statua della Madonna del rosario. Vi fu una radicale ricostruzione della chiesa, rivolta a est e corrispondente all’odierna navata, ultimata nel 1747 con la realizzazione dell’attuale altare maggiore.
1820 – Gli attuali altari di capocroce sono stati realizzati nel corso di interventi ottocenteschi.
1820 – Gli attuali altari di capocroce sono stati realizzati nel corso di interventi ottocenteschi.
1836 – Posizionamento dell’organo Carrera in controfacciata.
1895 – Con l’avvento del beato arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, oltre alla sistemazione e arricchimento del tesoro sacro, la pieve vide un mutamento radicale: nel 1895 veniva da lui posta la prima pietra del nuovo edificio, consacrato nel 1899. L’operazione implicò la distruzione dell’abside settecentesca, la creazione di un grande transetto sormontato da tiburio e di un profondo presbiterio, l’erezione di un nuovo campanile con statua sommitale della Madonna Ausiliatrice. La chiesa ebbe un assetto nuovo, neobarocco e neorococò, qualificato dai nuovi altari e balaustre “in stile” e dal coevo rifacimento della nuova facciata, giustapposta alla precedente e culminante con le statue neo-berettiane di San Martino e degli Angeli. Vennero mantenuti elementi neoclassici (organo, altare di capocroce destro, pulpiti).
1930 – Il ciclo completo di pitture murali fu realizzato nel corso degli anni trenta del Novecento da Sante Martinotti sotto la guida iconografica del prevosto Carlo Elli (1920-1958): Pantocrator e Madonna orante nell’abside, Storie di Abramo nel presbiterio, Evangelisti nei pennacchi, Storie di San Martino nella cupola, Serpente di bronzo e Visione della donna e del drago nei lunettoni di transetto, Vegliardi apocalittici nelle lunette di navata, Via Crucis alle pareti, oltre al complesso Santoriale in tutto l’edificio ed alle cappelle.
2015 – Intervento di risanamento e consolidamento delle coperture dell’intera chiesa parrocchiale.