La semplice facciata, con portale e finestra, è conclusa alla sommità da un timpano. Lungo i fianchi laterali, si possono notare le strutture delle cappelle interne e della sacrestia che fuoriescono dal corpo principale dell’edificio. Al termine del lato sinistro si innalza il campanile.
Oggi la pianta si presenta con un’aula a navata unica, divisa in due campate e con il presbiterio quadrato; ai lati dell’aula si aprono due cappelle, una a destra e una a sinistra (dedicate rispettivamente alla Vergine del Rosario e a Santa Caterina); a quella di destra è affiancato il locale della sacrestia.
Recenti lavori di restauro hanno portato alla luce alcuni affreschi databili all’inizio del Cinquecento, scoperti casualmente nel 2004 durante lavori di tinteggiatura; queste pitture furono citate da Carlo Borromeo negli atti della sua visita pastorale, insieme ad altre che ornavano il presbiterio. In base a questa testimonianza, sono stati effettuati dei saggi sulla parete di fondo del presbiterio e sull’arco trionfale che hanno dato dei primi riscontri, ma non si è ancora provveduto allo stacco dell’intonaco. Le parti indagate, comunque, sono solo una piccola percentuale dell’intera superficie.
Gli affreschi recuperati si trovano all’ingresso dell’oratorio, sulla parete destra dell’aula. Da sinistra a destra sono rappresentati: un Committente inginocchiato, una Madonna in trono con Bambino (attribuita a Giovanni Andrea De Magistris), un frammento di una testa (si ritiene che appartenga a San Rocco), un frammento di San Sebastiano e, infine, una Madonna in trono con Bambino e donatore. Si suppone che la figura mancante sia san Rocco per la presenza di san Sebastiano: spesso i due erano raffigurati insieme perché ritenuti protettori contro le epidemie di peste. Le figure dei due santi sono mutile perché, in un’epoca imprecisata, è stata realizzata un’apertura nella parete (ora murata): tra i mattoni è ancora visibile un arco a sesto ribassato.
Il presbiterio ospita un altare marmoreo ornato dalle statue di due angeli ai lati e di san Lorenzo al centro. Sulla parete retrostante sono stati compiuti degli assaggi che hanno rivelato la presenza di affreschi probabilmente coevi a quelli della navata: si riconosce una Crocifissione. A causa della mancanza di fondi, tali dipinti sono ancora celati dall’intonaco in attesa di poter recuperare il loro antico splendore.
XIII – La chiesa è citata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani attribuito di Goffredo da Bussero.