la pianta della chiesa è molto semplice, con navata unica e con presbiterio delimitato dalle balaustre e da archivolto con appoggio sulle lesene d’angolo. Questa zona è completamente affrescata ed è coperta da volta a botte. Anche l’esterno si presenta con disegno semplice, con il fronte principale ingentilito da un piccolo pronao. Il piano di calpestio della chiesa è posto sotto la quota zero ed è raggiungibile attraverso due gradini posti centralmente il portico d’ingresso. Questo è caratterizzato da quattro colonne in pietra a sezione circolare a sostegno dell’architrave in legno della copertura con manto in tegole in cotto. Appena sopra detta copertura si apre una piccola finestrella ed il timpano con croce in ferro.
L’ingresso alla chiesa avviene attraverso un portale in legno sormontato da una epigrafe con iscrizione latina che ascrive all’opera di cardinal Federico Borromeo la liberazione della peste e significativa per i sentimenti che il clero all’epoca ebbe per il secondo Borromeo, la cui figura non poteva non essere ricordata nell’occasione. Ai lati dell’ingresso ci sono affreschi raffiguranti due scheletri con falce, martello e pala, oltre due affreschi raffiguranti un malato di peste ed un cavallo con carretto.
Sul lato destro si erige il piccolo campanile
1629 – la chiesa viene eretta dalla comunità di Nerviano quale ex voto per la cessazione della peste, scoppiata a Milano dal 1629 al 1632. L’apice della pestilenza si raggiunge, in Nerviano, nel 1630, quando ci si rende conto della gravità della situazione e si provvede alla destinazione di un luogo come lazzaretto. Questo viene istituito su di un terreno incolto lungo il fiume Olona, di proprietà dei monaci Olivetani che poi verrà successivamente donato al Comune durante l’erezione della chiesa. E’ nel momento più crudo della pestilenza che prende corpo l’idea dell’erezione di un oratorio campestre a ricordo e quale voto religioso da farsi per la liberazione della peste. Al compimento del voto si deve però attendere qualche decennio; infatti, al cessare della peste seguono anni di estrema miseria, i più tristi del secolo
1656 – il voto viene assolto al termine delle guerre, quando l’economia e le migliorate condizioni di vita lo permettono. Animatore e promotore della costruzione è il prevosto e vicario Don Agostino Terzaghi. La chiesa viene iniziata intorno al 1656 e costruita col concorso di tutta la popolazione, senza particolari sovvenzioni nobiliari, senza patronato di nobili famiglie. Viene completamente ultimata nel 1663 e consacrata il 9 settembre dello stesso anno dall’arcivescovo di Milano Alfonso Litta alla presenza di tutto il popolo ed il clero della Pieve. La chiesa viene dedicata a San Gregorio Magno protettore della peste